CULTURA
“Ibidem Project”, un corso di fotografia per superare barriere mentali e architettoniche

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E’ stato presentato nella sala San Pio del convento dei Padri Cappuccini Sacro Cuore di Benevento, il nuovo corso di fotografia per persone diversamente abili dal titolo “Ibidem Project”.
Le finalità del corso, totalmente gratuito, sono state illustrate dall’ideatore e fotografo Antonio Volpone: “Tutto è nato da un’idea che ebbi nel 2011 al Museo del Sannio, dopo una pubblicazione. Il ricavato di quel libro fu utilizzato per l’organizzazione del primo corso, ma nulla oggi sarebbe possibile senza il supporto delle tante associazioni che si occupano di disabilità, delle scuole, degli enti e dei tutor che si sono mostrati molto sensibili all’idea”.
Oltre all’Aism, “Futuro Down”, la Caritas, “Il Pozzo di Giacobbe”, “E’ più bello insieme”, Ideas Edizione che hanno sostenuto il progetto negli anni scorsi, quest’anno si sono aggiunte altre associazioni che si occupano di disabilità tra cui l’Unitalsi e l’Uici, Comitato Insieme Per, nonché gli istituti scolastici Federico Torre e Guacci. A sostenere ed aiutare i corsisti ci saranno figure di grande esperienza nella fotografia come Mario Taddeo (nella veste di tutor sportivo) e Franco Cappellati (reporter Nikon) e l’architetto Pasquale Palmieri e professionisti e amatori della Fotografia come: Mario De Tommasi, Franco Giannino, Generoso Marra, Diego Orlacchio, Biagio Prisco, Michele Stanzione, Alessandro Caporaso, Maurizio Bosco, Nicola Zotti, Antonio Volpone.
“E’ un piacere averli coinvolti in modo da dotare il corso di nuove congetture e punti di vista differenti”, ha proseguito Volpone che è poi passato a spiegare la strutturazione del corso: “Otto lezioni saranno teoriche e quattro pratiche. Al termine di tutti gli incontri faremo una mostra che sarà seguita anche da una pubblicazione che unirà in un testo i lavori di questo corso e dell’anno precedente”.
La finalità non si ferma all’apprendimento della tecnica: “Oltre all’insegnamento miriamo all’obiettivo dell’autogestione. Alcuni disabili che hanno partecipato lo scorso anno questa volta saranno con noi proprio per insegnare diverse tecniche già apprese per tramandarle a chi sarà con noi per la prima volta. Quello tra diversamente abili è uno scambio reciproco di visioni e prospettive che unisce e porta a un arricchimento costante degli uni e degli altri”.