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AMBIENTE

Alberi monumentali, nel Fortore l’unico “Patriarca verde” del Sannio

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Sono 89 gli Alberi Monumentali della Campania che rientrano nell’elenco nazionale del Ministero dell’Agricoltura. Lo comunica Coldiretti Campania dopo l’ultimo aggiornamento pubblicato dalla Regione Campania, che conserva le schede di questi straordinari alberi dal grande valore storico, culturale e ambientale. Sono spesso punto di riferimento nelle tradizioni locali, dove questi monumenti viventi da secoli sono muti testimoni di cambiamenti. Il maggior numero si trova in provincia di Napoli, che ne possiede ben 40. Segue Avellino con 22, Caserta con 15, Salerno 11 e chiude Benevento che ne possiede solo uno. Si tratta di un Frassino Maggiore di contrada Solfatara, a San Bartolomeo in Galdo.

I “Patriarchi Verdi” – come li definisce la Regione Campania – rappresentano un presidio di biodiversità e sono parte integrante del patrimonio paesaggistico e ambientale della Campania. Si definiscono così “gli alberi ad alto fusto isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero gli alberi secolari tipici – si legge nella definizione tecnica dell’Assessorato regionale – che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali; i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, compresi quelli inseriti nei centri urbani; gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private”.

Gli alberi – spiega Coldiretti Campania – sono spesso i termometri dei cambiamenti climatici e quando valicano i secoli di vita ci aiutano ad avere informazioni utili sulla biodiversità. Gli alberi monumentali sono spesso custoditi in piccoli borghi rurali, ma si trovano anche nei grandi parchi urbani, nelle piazze, in siti archeologici come Pompei o in castelli e siti storici. Promuoverne la conoscenza e la cura è utile a garantirne la tutela, ma anche ad attrarre l’attenzione sul tema della difesa del suolo e del verde pubblico. La disponibilità di terra significa – conclude la Coldiretti – sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico. Un territorio spoglio di alberi e di colture agricole è inevitabilmente più fragile.

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