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Lavoratori Ambito Sociale B5, Fp Cgil pronta a rivolgersi alla Procura della Repubblica

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“Continua la scandalosa gestione del personale presso l’Ambito Sociale B05”: inizia così una nota del segretario generale FP CGIL, Giannaserena Franzè, che punta i riflettori sulle conseguenze sociali ed economiche della decisione della Regione, risalente al 2012, di ridefinire e accorpare gli ambiti provinciali.
“Di scandaloso ed eticamente riprovevole – continua la nota – c’è l’indifferenza con cui si “lasciano a casa” professionisti che da anni garantiscono competenza tecnica e passione ai comuni dell’ambito e soprattutto all’utenza.
Da quando nel 2012 la Regione ha operato il “riallineamento” degli ambiti provinciali, i lavoratori dell’ex ambito B05 (ente capofila il comune di Montefalcone di Val Fortore) hanno subito le sorti di “figli di un dio minore”.
Da allora infatti, confluiti i due ambiti, B04e B05 in un unico ambito, la logica avrebbe voluto che la gestione del personale fosse uniforme ed omogenea, garantendo a tutti i lavoratori le stesse condizioni contrattuali, giuridiche ed economiche, nel rispetto dei profili professionali di ciascuno ed in coerenza con quanto le risorse e le norme in tema di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione consentono.
Cioè ci saremmo attesi ciò che hanno provveduto a fare tutti gli altri ambiti della provincia, che ugualmente sono stati interessati dal meccanismo del “riallineamento”, con le conseguenti difficoltà di adeguare la gestione del personale al mutato assetto giuridico e territoriale dell’ambito.
Non riusciamo onestamente a comprendere perché’ altrove le soluzioni per garantire la continuità dei servizi e del personale, si sono trovate nelle forme legittime che le norme contemplano e nei limiti delle risorse disponibili e con il contributo del sindacato confederale; ed invece l’Ambito B05, con ente capofila il Comune di Morcone, non è in grado di agire in tal senso dal lontano 2012.
L’esito per cui una parte del personale, ex B05, oggi a casa senza lavoro, è stata coinvolta “a singhiozzo” nella migliore delle ipotesi, cioè contrattualizzata per poche ore a settimana, per pochi mesi, e tramite agenzia interinale; cosa vietata nella P.A., e peraltro più costosa rispetto ad altre tipologie contrattuali, che infatti vengono scelte in tutti gli altri ambiti della provincia (vedi contratti a tempo determinato, previa selezione pubblica).”
“L’organizzazione sindacale, disponibile al confronto, insieme alle altre sigle sindacali ha partecipato ad un “raro” incontro, ormai mesi fa, con i rappresentanti istituzionali dell’ambito, per addivenire ad una soluzione che garantisse i servizi ed i professionisti lasciati a casa; come sempre è accaduto gli impegni sono stati disattesi. Né sono seguiti incontri, spiegazioni, circa i motivi del mancato rispetto di quegli intendimenti.
È dal 2012 che questi lavoratori attendono un trattamento dignitoso ed equo rispetto a quello dei colleghi “più fortunati” dello stesso ambito sociale. Hanno avuto fin troppa pazienza, ora è proprio giunto il tempo di dare quei passi che avremmo voluto evitare di dare, in direzione della Procura della Repubblica e dell’Ispettorato del Lavoro.”