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Sindacati

Interruzione di gravidanza, Franzè (Fp Cgil): “Il “Rummo” garantisca il servizio”

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La Fp Cgil di Benevento, registrata allarmata, l’impossibilità di garantire il rispetto di un diritto fondamentale delle donne, a tutelare la propria salute qualora necessiti il ricorso all’interruzione di gravidanza (IVG).

“Ad oggi – scrive il segretario della sigla Giannaserena Franzè -, intervenuto il pensionamento dell’unico ginecologo non obiettore di coscienza in servizio presso l’Ospedale “Rummo”, non è assicurata la possibilità di vedere garantito un diritto delle donne, coloro che sono in difficoltà, ad essere assistite in ossequio alla norma del 1978. È incredibile che a poco meno di quarant’anni dalla conquista delle donne di ottenere il riconoscimento e la tutela del diritto costituzionale alla salute, e all’autodeterminazione presso le strutture del nostro servizio sanitario nazionale, in provincia di Benevento, senza nessun clamore, si facciano passi in dietro su questo terreno.

L’operatività della legge 194, è sintomatica, a nostro parere, della civiltà umana ed etica di una comunità – prosegue la Cgil -. Fa specie rapportare i dati dell’elevato tasso di obiezione di coscienza dei ginecologi e degli anestesisti italiani, che al Sud supera l’80%; con la normativa che vige da anni nei paesi del Nord Europa, dove chi studia medicina non può essere obiettore di coscienza, a prescindere dalla specializzazione per la quale opterà. Ci augureremmo fosse possibile almeno una civile e civica via di mezzo tra questi due antipodi. È assolutamente indispensabile trovare il modo di garantire il diritto fondamentale alla salute, ed alla autodeterminazione delle donne, come il diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario.

Di sicuro – continua la nota – non ci auguriamo si debba arrivare al punto in cui si arrivò nel 1978, quando la lotta delle donne affinché la legge fosse rispettata nel nostro territorio provinciale, implicò l’arrivo di una equipe medica del napoletano che si rese disponibile ad operare presso il Rummo (cosa prevista dalla legge). Quest’ ”onta” indusse a miti consigli i ginecologi di allora ed il servizio fu istituito per poi essere sempre garantito, fino al recente pensionamento dell’ultimo ginecologo non obiettore. Dovendo operare una “ripartenza” del servizio, auspichiamo che l’A.O. e la Asl collaborino affinché’ la sinergia prevista dalla norma tra i consultori territoriali, gestiti dalla Asl, e la struttura ospedaliera, consenta una migliore qualità dell’assistenza, e della tutela delle donne che hanno necessità del servizio. Provvedendo per esempio affinché’ la presa in carico e la prenotazione del servizio avvenga, come prescrive la norma, ad opera dei consultori; cosa ad oggi mai avvenuta.

La Fp che insieme alla Cgil tutta – conclude Franzè -, è da sempre impegnata in questa battaglia di civiltà, (ricordiamo il reclamo collettivo proposto nel 2013, al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa), auspica che ad horas, come precedentemente assicurato dal management aziendale, il servizio torni ad essere garantito. Noi vigileremo in tal senso”.

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