Sindacati
Piano regionale, ‘niente case per il disagio sociale’

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“In questi giorni, – scrivono il Sunia di Benevento attraverso il suo segretario provinciale Giuseppe Falzarano e l’APU attraverso il coordinatore provinciale Paolo Iorio – la Campania è tappezzata di manifesti che annunciano il nuovo miracolo del piano casa, così come già fece l’attuale Governo qualche anno fa. Si è visto quali risultati abbia avuto quel piano e non è difficile immaginare cosa succederà di quello regionale: aumenti di volumetria di edifici esistenti, possibilità di realizzare case in zone agricole, possibilità di realizzare alloggi anche nelle zone a rischio ambientale, cambi di destinazione d’uso di edifici con una piccola percentuale destinata a residenze, recupero di insediamenti abusivi anche in deroga agli strumenti urbanistici, piani di recupero di edifici di edilizia pubblica con premialità del 50% per i realizzatori e senza nessuna garanzia per gli attuali residenti. Nessuna previsione, in questo piano, di interventi seri atti a rilanciare un effettivo piano casa, con strumenti adeguati atti a favorire la partecipazione di Enti, cittadini, organizzazioni sociali”.
Invece, le parti sociali ritiengono che “un unico obbiettivo doveva porsi il piano casa ed era quello di indirizzare i nuovi insediamenti abitativi alla soddisfazione della domanda che non trova nessuna risposta nell’attuale mercato abitativo, considerato il livello dei canoni di affitto,ormai insostenibili anche per le famiglie a reddito medio/alto e lo stesso livello dei prezzi di vendita. Non sono le case che mancano nella nostra Regione (migliaia sono gli alloggi sfitti), mancano le case destinate ad un particolare mercato che solo un’edilizia a costi e prezzi convenzionati può soddisfare. Era ed è necessario, accompagnare il piano casa con una precisa previsione in ordine alla regole sulla destinazione dei nuovi insediamenti sia per quanto riguarda gli affitti che le vendite dei nuovi alloggi.La Regione non ha bisogno di altra edilizia speculativa, tenuto conto delle tragedie ambientali che, periodicamente, affliggono il nostro territorio. Anche per quanto riguarda gli interventi di recupero, il SUNIA ritiene che vadano meglio definite e precisate le procedure al fine di conseguire l’obiettivo di risanare i quartieri popolari e, allo stesso tempo , realizzare nuove residenze di edilizia sociale, utilizzando anche le risorse derivanti dall’alienazione del patrimonio pubblico ai sensi della legge 560/93, in parte già in giacenza presso gli Enti interessati e, in parte da conseguire con l’alienazione dei cespiti del patrimonio di proprietà dei Comuni e degli IIAACCPP.”
“Senza risorse pubbliche correttamente indirizzate – conclude la nota – si rischia seriamente che gli interventi di recupero dei quartieri popolari saranno monopolizzati dalla speculazione privata, con seri rischi per gli attuali assegnatari, cosa che già sta succedendo in alcune aree della Provincia di Napoli. Il SUNIA vigilerà affinché il cosiddetto Piano Casa non si trasformi in una ennesima beffa per i cittadini, così come gli annunciati interventi a favore degli sfrattati, anziani e disabili, che si stanno buttando fuori dalle case”.