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Anatocismo, proposto un emendamento al Milleproroghe
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Con l’approvazione del Milleproroghe (legge 10/2011, di conversione del DL 225/10 pubblicato sulla G.U. del 26 febbraio 2011), diventano operativi i provvedimenti previsti dal decreto. “Tra di essi – si legge in una nota congiunta di Confindustria ed Ance locali, a firma di Giuseppe D’Avino e Silvano Capossela – ha destato forti preoccupazioni, tali da richiedere un intervento tramite emendamento proposto da Confindustria e Ance, l’art. 2 comma 61 relativo all’anatocismo. L’anatocismo esprime un metodo di calcolo degli interessi maturati secondo una certa periodicità, pattuita tra creditore e debitore, che diventano essi stessi produttivi di altri interessi, cioè sono sommati al capitale iniziale, dato in prestito dalla Banca, in modo tale da contribuire insieme al capitale stesso a maturare altri interessi in periodi successivi. Questo metodo di calcolo favorisce il credito a discapito del debitore e ha portato, nel corso degli anni, a ricorrere nei confronti delle Banche per ottenere la restituzione delle somme pagate indebitamente”.
“Ad un certo punto – continua la nota – subentra il Milleproroghe che con l’art. 2 comma 61 stabilisce che ‘in ordine alle operazione bancarie regolate in conto corrente, l’art. 2935 del Codice Civile si interpreta nel senso che le prescrizioni nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’annotazione stessa. In ogni caso non si fa luogo alla restituzione di importi già versati alla data di entrata in vigore dalla legge di conversione del presente decreto legge’.
Questo provvedimento ha creato forti preoccupazioni non solo da parte di tutti coloro che hanno in essere contenziosi nei confronti delle banche che applicano questo metodo di calcolo, ma da parte di tutti coloro che intravedono nel provvedimento adottato la legittimazione agli istituti di Credito ad operare con metodi di calcolo a discapito dei debitori. Tali preoccupazioni hanno spinto Confindustria ed Ance a proporre un emendamento all’articolo sull’anatocismo sottoponendo lo stesso, con una relazione motivata tecnicamente, alla deputazione, al fine di richiedere un autorevole intervento per la modifica del dettato legislativo (in pratica viene chiesta l’abilizione in toto dell’art. 2 citato, ndr). Questo rappresenta l’ennesimo caso in cui si cambiano le regole a gioco avviato creando forti dubbi sia sulla certezza del diritto che sull’applicazione dello stesso”.