POLITICA
Centro direzionale, Sguera e Giangregorio (M5S): “C’è bisogno di proposte concrete”

Ascolta la lettura dell'articolo
“Da qualche giorno è stato affisso nella zona alta della città un manifesto con cui si annunzia che il sindaco Pepe ha comunicato ai ‘Mellusini’ di aver indetto il ‘concorso di idee per il centro direzionale della zona alta’. Il manifesto è firmato dal ‘Comitato di Quartiere della Zona Alta’, quindi non dal presidente del comitato, né da un suo rappresentante, per cui non si sa bene a chi attribuire la responsabilità del contenuto del manifesto, quindi con chi interloquire. Sappiamo solo che un attivista del comitato è l’on. Giovanni Zarro, capogruppo del PD al Comune, nonché candidato alla prossima tornata elettorale e che in passato è stato un tenace, quanto isolato, assertore del centro direzionale”. Così in una nota i candidati del Movimento 5 Stelle Nicola Sguera e Vittorio Giangregorio.
“D’altronde il «quid agendum» (che fare?) dottamente utilizzato come titolo di uno dei paragrafi – prosegue la nota – appare un chiaro segno di Zarro, un marchio di fabbrica. Ma quando si è espresso in tale senso il comitato di quartiere? Forse in una delle affollatissime riunioni del comitato che vede una partecipazione pari solo a quella delle riunioni del gruppo consiliare convocate dallo stesso onorevole presso la sede del PD? Quindi ci rivolgiamo a lui. In primo luogo chiediamo se sia vero che è stato già indetto il concorso di idee, a noi non risulta. In caso negativo sarebbe una notizia falsa. I dubbi aumentano quando, nel periodo successivo, si asserisce che ‘la decisione è stata inserita nelle proposta di Bilancio Preventivo 2016 in corso di approvazione’. Allora non è stato indetto il concorso di idee … è solo un’idea? Dalla lettura della restante parte del manifesto sorge il dubbio che l’on. Zarro (se, ribadiamo, è lui l’estensore del manifesto o uno degli ispiratori) conosca la città, la sua storia, le pianificazioni che l’hanno caratterizzata. Ricordiamo all’onorevole che già prima dell’ultima guerra l’architetto Piccinato aveva individuato la zona a monte del centro storico per l’espansione della città prevedendone la destinazione residenziale integrata con servizi zonali e territoriali. La città, poi, si è sviluppata proprio in questa direzione e nel tempo sono intervenuti architetti e pianificatori di livello internazionale come Falvella, D’Ambrosio, Zevi che hanno, di volta in volta, disegnato la città, anche particolareggiando le scelte, in modo da favorire un ordinato sviluppo edilizio secondo il concetto di “città compatta” che vede, nella logica di sviluppo delle città storiche italiane ed europee, una espansione della città controllata e una omogenea distribuzione dei servizi, in completa antitesi con le idee dell’onorevole.
Da ultimo c’è stato il Piano Urbanistico Comunale commissionato proprio da questa amministrazione – aggiungono i grillini -. Tale piano è stato approvato dal Consiglio Comunale il 27 luglio 2011. Se non era convinto delle scelte operate dalla sua amministrazione perché non è intervenuto in questa occasione con articoli sulla stampa e manifesti? Quella sarebbe stata l’occasione buona per fare valere le sue idee, anche nei confronti del suo partito. Ora, a distanza di qualche anno, la sua proposta sembra, nel migliore dei casi, solo una trovata elettorale se non una ‘manifesta’ presa in giro dell’elettorato. Comunque, entrando nel merito, chiediamo all’onorevole se è a conoscenza che negli ultimi cinque anni la popolazione è diminuita di 4000 abitanti e che, con gli attuali 60.000 residenti, siamo ritornati ai livelli degli anni ’60? L’onorevole è a conoscenza che molti servizi, peraltro di fondamentale importanza territoriale, sono andati via come gli uffici dell’ENEL, la Banca d’Italia, la Telecom, la scuola allievi carabinieri, che molti istituti superiori hanno perso l’autonomia, che in prospettiva perderemo anche la Provincia, la Prefettura e la Camera di Commercio? L’onorevole sa che un centro direzionale come lui l’immagina è tipico delle città di dimensioni almeno dieci volte più grandi rispetto a quella di Benevento?
La zona alta della città conta circa 20.000 abitanti, cioè un terzo degli abitanti di tutto il comune compreso la zona agricola, quindi – spiegano Sguera e Giangregorio – è essenzialmente una zona residenziale. Invece, di congestionarla ulteriormente con nuovi carichi urbanistici, con il verde ai minimi termini come quantità e qualità (manutenzione), con ulteriori flussi di auto e l’atavica carenza di parcheggi, con conseguente incremento dell’inquinamento atmosferico e acustico che renderanno la qualità della vita ancora più insopportabile di quella attuale, dovrebbe fare proposte inverse per rendere vivibile il rione con isole verdi, spazi dedicati allo svago e ai giochi per i bambini, strutture sportive, culturali, dovrebbe fare proposte per favorire l’attività commerciale carente e costretta ad operare in condizioni di estrema difficoltà, dovrebbe attivarsi per favorire una più razionale distribuzione dei servizi di quartiere come uffici postali, farmacie, sede staccate degli uffici comunali, asili nido, mercatini rionali. Insomma un quartiere, come dovrebbero essere anche tutti gli altri quartieri della città, in cui si possa vivere con dignità, tranquillità, in sicurezza, in condizioni igieniche quantomeno accettabili e con i servizi primari di cui allo stato è carente. Per rimanere nel tema, cosa ne pensa, l’onorevole, ad esempio, dello spostamento dell’INPS? È una scelta razionale? Migliora la fruibilità degli uffici? Migliora le condizioni generali nella zona? Da parte di Zarro abbiamo registrato un rigoroso silenzio in merito, come se la questione non riguardasse proprio i mellusini.
La città non va studiata a pezzi ma nel suo insieme – conclude la nota -, creando interessi omogenei ovunque, favorendo l’interscambio, creando una comunità che non si arrocchi all’interno del proprio spazio ma che si apra all’esterno, superando la logica del condominio e delle piccole beghe che lo caratterizzano. A tale proposito, chiediamo all’illuminato neo pianificatore, anche nella sua qualità di amministratore di tutta la città e non solo del rione Mellusi, cosa ne pensa del Centro Storico e quali sono le sue proposte per riqualificarlo. Per il centro storico quali funzione immaginerebbe in armonia con quanto prevede per la zona alta? Le funzioni dei vari quartieri devono essere razionali, compatibili tra di loro, non presentare contraddizioni, insomma devono essere immaginate contestualmente per creare una città che sia tutta attraente, e non solo pezzetti circoscritti in ambiti ben definiti, lasciando il dubbio che si voglia distinguere, anche sociologicamente, una zona “alta” e una zona “bassa”. Quindi, altro che centro direzionale! La città e i suoi abitanti hanno bisogno di ben altro, ad iniziare da proposte concrete, utili, realizzabili e che riqualifichino e rendano gradevole la vita piuttosto che complicarla. La proposta del Comitato sembra pensata scientemente per peggiorare ulteriormente una condizione di vita già poco gradevole, sembra mirare a rendere la vita difficile ai mellusini, sembra quasi che li voglia punire, sottraendo il quartiere ai suoi abitanti per consegnarlo a funzioni, di cui il quartiere è già saturo, tanto inutili quanto devastanti. Confidiamo in risposte non “retoriche” ma di sostanza”.