Comune di Benevento
Mensa scolastica e capitolato d’appalto: le osservazioni dei consiglieri De Nigris, Orlando e Mario Zoino

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I consiglieri comunali Luigi De Nigris, Nazzareno Orlando e Mario Zoino hanno comunicato di aver trasmesso nei termini e nelle modalità richieste alcune osservazioni con conseguente richiesta di modificare il capitolato ed il disciplinare per l’affidamento del servizio mensa scolastica.
“Il poco tempo a disposizione – scrivono – non ci ha consentito di verificare se gli atti predisposti per l’affidamento del servizio erano conformi agli indirizzi forniti, all’unanimità, dal Consiglio comunale del 31.03.2015. Dopo aver segnalato quelle che a nostro giudizio erano delle incongruenze: per l’art. 6 del capitolato, relativamente alle uova (provenienza nazionale) abbiamo chiesto che l’utilizzo di uova pastorizzate refrigerate, provenienti da stabilimenti riconosciuti ai sensi del regolamento CE 853/2004 non può una raccomandazione, come chiesto dall’Ente, ma un obbligo; nell’art.16 del capitolato abbiamo ravvisato una incongruenza rispetto al possesso della certificazione di qualità. Si fa infatti riferimento alla norma 9001:2000 nonostante in data 26 novembre 2008 sia stata ritirata in Italia dall’UNI e sostituita con la UNI EN ISO 9001:2008; nel disciplinare, all’art 15, abbiamo evidenziato che i punti dovrebbero essere 20 anzichè 19. Il punto 16 è infatti ripetuto due volte). Al suo interno, oltre alla citata certificazione ISO 9001:2000 sono previste altre due certificazioni, entrambe, come detto, contrassegnate dal numero 16. La prima certificazione, a differenza del capitolato, individua specificatamente nella UNI 10854 1999 (norma danese D.S. 3027/2000) il sistema di autocontrollo igienici (HACCP) che deve essere posseduto dalle imprese partecipanti. La seconda (che non è menzionata nel capitolato), chiede invece di indicare il possesso della certificazione Ambientale UNI EN ISO 14001:2004.
Detto delle citate incongruenze, abbiamo ritenuto opportuno che le imprese interessate disponessero anche di altre certificazioni di qualità: la ISO 22000:2005 che armonizza gli standard (nazionali e internazionali) in materia di sicurezza alimentare e analisi dei rischi e controllo dei punti critici (HACCP). Una certificazione tra l’altro menzionata anche all’interno della documentazione trasmessa dalla nutrizionista incaricata per assicurare, unitamente alle citate certificazioni, i più elevati standard di sicurezza alimentare; la UNI 11407.
In merito al criterio di aggiudicazione – proseguono nella nota – abbiamo chiesto di prevedere, contrariamente al criterio del prezzo più basso scelto dall’Amministrazione, l’aggiudicazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Infatti, gli enti orientati ad assicurare un servizio di qualità scelgono questo sistema. L’Asl di Benevento, ad esempio, che tra l’altro è l’Ente che ha vistato i menù, per analogo servizio ha adottò tale scelta valutando la QUALITÀ con punti 60 ed il PREZZO: con punti 40.
La necessità di assicurare l’aggiudicazione di tali gare con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa è tra l’altro riconosciuto anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, che prevede: “il criterio del prezzo più basso può reputarsi adeguato al perseguimento delle esigenze dell’amministrazione quando l’oggetto del contratto non sia caratterizzato da un particolare valore tecnologico o si svolga secondo procedure largamente standardizzate, mentre il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa può (rectius: deve) essere adottato quando le caratteristiche oggettive dell’appalto inducano a ritenere rilevanti, ai fini dell’aggiudicazione, uno o più aspetti qualitativi”.
Una particolare attenzione abbiamo inoltre prestato all’art. 19 – Ammontare delle penali. Le stesse ci appaiono infatti troppo basse rispetto al servizio da svolgere e non rappresentano alcun deterrente per eventuali violazioni delle norme contrattuali. Esse appaiono inoltre troppo generalizzate mentre invece abbiamo chiesto di differenziarle rispetto alle singole tipologie di infrazioni o disservizi che si possono verificare. (dal mancato rispetto delle norme igieniche alle difformità qualitative/quantitative rispetto al capitolato.
Non vogliamo che si ripetano gli stessi errori del passato. Abbiamo pertanto proposto, relativamente agli aspetti che riguardano la qualità dei pasti, una penale non unica o standardizzata (come ad esempio i 100 euro e segg.ti previsti), ma una penale da calcolare per il numero dei pasti erogati. La stessa – concludono – potrebbe andare dal doppio del prezzo fissato per ogni singolo pasto fino a dieci volte. In ogni caso le penali già previste andrebbero triplicate”.