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Pronta caccia e gestione venatoria, le precisazioni di Eps Sannio

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“L’ATC di Benevento delibera di non dare seguito alle immissioni di fagiani “pronta caccia” a ridosso dell’apertura di stagione venatoria, ovvero, visti i tempi, nel periodo compreso dal 16 al 31 agosto 2015. Preso atto con “dolore” che questa per qualcuno è ancora gestione della fauna selvatica, riteniamo che il pronta caccia appartenga al “concetto” che sono meglio le cassette per ogni federtesserino venatorio che la gestione venatoria”. A scriverlo in una nota è la segreteria Eps Sannio.

Auspichiamo – si legge in una nota – il tempo della gestione faunistica delle zone ripopolamento e cattura di fagiani e lepri nati sul territorio. Non vogliamo ritornare sull’argomento e sulle cause che hanno prodotto per quest’anno il ritardo delle immissioni di fagiani entro il periodo di febbraio-marzo, ma sull’argomento una nota va spesa.

La pratica del cosiddetto “pronto caccia”, che consiste nel liberare selvaggina al solo scopo di esercitarne il prelievo venatorio durante la stagione venatoria in corso, è da ritenersi estranea alle finalità del PFV e della pianificazione venatoria regionale e provinciale, ed è praticabile solo nell’ambito delle Aziende Agri-Turistico–Venatorie, e non nei territori a caccia programmata, vale a dire quelli gestiti dagli Ambiti Territoriali di Caccia.

Sull’ argomento “pronta caccia” gli indirizzi regionali emanati, sono ispirati a principi generali di tutela e conservazione della fauna selvatica e della sua utilizzazione sostenibile, ritenendo appunto non praticabili le immissioni di “pronta caccia”.

Il prelievo venatorio “pronta caccia”, inteso come pratica volta ad una fruizione venatoria svincolata dalla reale produttività delle popolazioni selvatiche, può influenzare negativamente lo sviluppo e la consistenza di dette popolazioni.

Pertanto, al di fuori degli istituti destinati ad ospitare questo tipo di attività, si rende necessario migliorare l’equilibrio tra produttività naturale e prelievo venatorio, attraverso una razionale programmazione dei ripopolamenti ed un contenimento delle immissioni in stagione venatoria.

Su questi principi di gestione sostenibile delle risorse faunistiche di cui sia la politica che e i cacciatori stessi, spesso si riempiono tanto la bocca, a volte, bisogna assumersi delle scelte di buon senso. Sostenibile o insostenibile che sia, questa non è gestione faunistica: questo è solo un gioco, tanto più inaccettabile perché perpetrato ai danni di un patrimonio collettivo qual è la fauna selvatica e a danno di quei tanti appassionati cacciatori, che da anni sostengono, il principio: “meglio pochi e buoni…….. ma liberati nel periodo giusto”.

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