Valle Caudina
Airola, il sindaco presenta alla città i profughi bengalesi: “Vogliamo creare un rapporto di rispetto reciproco”

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Sono quindici, tutti giovanissimi, con un’età media di 20 anni e vengono dal Bangladesh gli immigrati giunti ad Airola e che ieri sera il sindaco Michele Napoletano ha presentato alla città nel chiostro di Palazzo Montevergine a conclusione di un concerto di musica antica patrocinato dal Comune.
A raccogliere il benvenuto degli airolani soltanto una delegazione di otto extracomunitari, accompagnati dal responsabile della struttura e da un loro connazionale giunto in Italia cinque anni fa e accolto a San Salvatore Telesino presso un’altra struttura del centro di accoglienza “Damasco”.
“Con voi – ha detto il sindaco – vogliamo creare un rapporto improntato al rispetto reciproco, che sia di scambio culturale e di opportunità per voi a una vita migliore. Vogliamo che vi inseriate nella nostra società al meglio e per questo già alcune associazioni si sono rese disponibili per l’insegnamento della lingua italiana.”
Il primo cittadino, che ha invitato sul palco anche l’arciprete Don Liberato Maglione, ha evidenziato che molti di questi giovani fuggono da povertà e da situazioni di conflitto e che in alcuni casi i genitori, rimasti in Bangladesh, hanno pagato anche 4000 euro per una traversata rischiosa e che in molti casi ha portato alla morte.
I giovani immigrati ora alloggiano in una struttura di via Forestieri destinata al centro di accoglienza ”Damasco” gestito dalla cooperativa sociale Maleventum di Sant’Agata de’ Goti.
Nonostante le rassicurazioni da parte del primo cittadino sull’intensificazione della vigilanza sul territorio e sulla possibilità, da valutare insieme alla Prefettura, di impiegare i profughi in lavori di utilità sociale, restano forti le preoccupazioni da parte di molti cittadini sul futuro: per ora, infatti, non si sa per quanto tempo rimarranno i quindici profughi sul territorio caudino, né si sa se ne arriveranno altri.