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Nuova legge sul turismo, Ruscello: “Si intervenga ora con proposte”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dall’economista sannita Luigi Ruscello, che interviene in merito alla nuova legge regionale sul turismo. Di seguito il testo.

“Una delle posticce novità della nuova legge regionale sul turismo (n. 18/2014) è contenuta nell’art. 7, in quanto la Giunta è tenuta a definire gli Ambiti Territoriali Turistici Omogenei, da me acronomizzati in «ATTO».

In realtà, già nel 2002, la Giunta Regionale della Campania approvò, con Delibera n. 3337 del 12 luglio, le “Linee Guida per lo Sviluppo Turistico della Regione Campania”, con le quali si identificavano gli obiettivi di crescita per tipologia di domanda turistica e per area territoriale. E, infatti, furono individuati i seguenti Ambiti Territoriali Turisticamente Rilevanti (ATTR): Napoli e area vesuviana (ATTR1); Costiera sorrentina e Capri (ATTR2); Ischia, Procida e Campi Flegrei (ATTR3); Caserta e Litorale domitio (ATTR4); Sannio e Matese (ATTR5); Irpinia (ATTR6); Salerno e Costiera amalfitana (ATTR7); Cilento e Paestum (ATTR8).

A distanza di più di 12 anni, dunque, dagli ATTR ci ritroviamo con gli ATTO, i quali, come definiti dalla legge, sono aree delimitate in cui, per storia turistica o per chiara potenzialità, sono organizzate ed ottimizzate le offerte dei servizi pubblici e privati per il turismo e dove sono integrati il patrimonio umano, ambientale, produttivo e culturale del territorio.

La Giunta regionale, però, ancora non ha provveduto a determinarli, nonostante la legge prevedesse il 23 novembre 2014 quale termine ultimo. Cosicché, come allora, forse, non si avrà alcun effetto.

Comunque, questa volta, a differenza del 2002, alla base del processo selettivo ci dovrà essere la coerenza con le previsioni della pianificazione territoriale regionale e, salvo errore, ad oggi, l’unico documento esistente in tema di pianificazione territoriale è costituito dal PTR (Piano Territoriale Regionale). In tale documento sono stati individuati 45 STS (Sistema Territoriale di Sviluppo), che, a loro volta, sono ripartiti in base alle proprie caratteristiche dominanti: 12 sistemi (lettera “A”) appartengono a quella naturalistica; 8 alla rurale – culturale (lettera “B”); 8 alla rurale – industriale (lettera “C”); 5 a quella urbana (lettera “D”); 4 a quella urbano-industriale (lettera “E”) e, infine, 8 a quella paesistico ambientale culturale (lettera “F”). Ad oggi, i comuni della provincia di Benevento fanno parte di 6 raggruppamenti (A9, B3, B5, B6, C2 e D1), con esclusione di Melizzano e Pannarano aggregati ad altre Province.

La Giunta regionale, dunque, potrebbe optare per la loro conferma, oppure aggregarli a suo piacimento, oppure ancora ridisegnarli per le attività turistiche. Infatti, nella Relazione al PTR, del settembre 2008, a pagina 22, si legge: «In base al tasso di sviluppo della domanda è possibile distinguere raggruppare le aree turistiche della regione in: sature (penisola sorrentina, costiera amalfitana, isole del golfo); mature (costa cilentana, Napoli); in espansione (Cilento interno, Sannio beneventano, Matese); potenziali (Irpinia, Alburni, Taburno, Camposauro); da riqualificare (area flegrea, litorale domizio, area vesuviana costiera, piana del Sele)».

Ad oggi, tuttavia, almeno per la provincia di Benevento, non mi risultano iniziative tra enti pubblici e soggetti privati per proporre alla Giunta una o più soluzioni. Fanno eccezione, per la verità, i comuni caudini e mi scuso in anticipo per eventuali, altri progetti a me sconosciuti. Il 23 settembre 2014, infatti, con delibera n. 197, il Comune di Montesarchio ha approvato l’Atto di Costituzione dell’Associazione dei Comuni della Valle Caudina, composta da 13 Amministrazioni comunali, per il riconoscimento dell’Ambito Territoriale Turistico Omogeneo della Valle Caudina e l’istituzione del Polo Turistico Locale.

A prima vista, potrebbe sembrare che i 13 comuni caudini, di cui 9 appartenenti alla provincia di Benevento e 4 a quella di Avellino, si siano mossi per bene e per tempo. Senonché, partecipando all’Associazione solo enti locali, la delibera può servire solo a sensibilizzare la Giunta regionale affinché ne tenga conto in sede di definizione degli ATTO, e ciò è sicuramente positivo. Ai fini del PTL (Polo Turistico Locale), invece, la costituzione dell’Associazione è del tutto inutile viste le prescrizioni dettate dall’art. 10 della nuova legge, che, tra l’altro, al comma 8 così recita: “Le forme associative o gli accordi che disciplinano il PTL devono prevedere, in ogni caso, l’equilibrio tra i soggetti pubblici ed i soggetti privati.”.

Sarebbe opportuno, quindi, a mio sommesso parere, che le organizzazioni private e gli enti pubblici provinciali, approfittando della latitanza da parte della Giunta (al momento, ben 6 mesi circa di ritardo), si dessero da fare per non trovarsi, come al solito, di fronte al fatto compiuto”.

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