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Benevento, c’è il pericolo crollo ma spariscono le transenne: Calata Olivella riconquistata da vandali e tossici

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Ancora scene di degrado nel cuore del Rione Triggio di Benevento. Le telecamere di Ntr24 sono ritornate a Calata Olivella, il caratteristico vicolo a due passi dal Duomo cittadino e dall’Arco del Sacramento. La strada era stata chiusa al transito pedonale, lo scorso 21 maggio, a causa del pericolo di crollo di un muro.

I tecnici di Palazzo Mosti effettuarono un sopralluogo verificando le numerose crepe presenti sulla struttura, lesionata dalle radici di un grosso albero posto in una proprietà privata, che la rendevano inclinata e in un stato di totale precarietà. Con una disposizione, firmata dal dirigente del Servizio Pubblica Incolumità Isidoro Fucci, fu ordinato l’abbattimento dell’albero e la messa in sicurezza del muro sottostante gravemente danneggiato.

A distanza di nove mesi poco o nulla è cambiato. L’albero è stato abbattuto, ma della messa in sicurezza dell’area non se ne parla proprio. Le transenne, che furono posizionate per avvertire del rischio di crollo, oggi sono state buttate all’aria e il cartello che avverte i passanti giace per terra in fondo allo stretto vicolo.

Il muro pericolante, invece, sporge sempre di più e a rendere ancora più pericolosa la situazione c’è anche un cavo elettrico che pende a pochi metri dal suolo.

Intanto, la zona è stata riconquistata dai vandali e dai tossicodipendenti. All’inizio della discesa, qualcuno ha trasformato il vicolo storico in un inceneritore. Plastica, cartoni, legno e rifiuti vengono bruciati quotidianamente nelle vicinanze di un muro e delle auto in sosta. Proseguendo per Calata Olivella, si incontrano vaschette in alluminio e posate di plastica: quel che resta del pranzo dei bisognosi che si recano alla Caritas.

Addentrandosi ulteriormente nella strada scopriamo siringhe, aghi, fazzoletti sporchi di sangue e fiale sparsi ovunque.

Uno spettacolo raccapricciante che prosegue nonostante le numerose segnalazioni e proteste dei residenti che ormai sono costretti a convivere con l’inciviltà e senza nessuna risposta dalle istituzioni.

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