Scuola
Salta la Quota 96, fibrillazione tra i docenti del Sannio. Ancora tanta incertezza sui numeri e sul da farsi
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Quota 96, uno dei requisiti fondamentali per accedere al pensionamento fino a pochi anni fa che permetteva un accesso anticipato alla pensione. La sua eliminazione ha portato scompiglio soprattuto tra coloro che erano prossimi al traguardo: unendo l’età al numero di anni di servizio accumulati, questo parametro permetteva di andare in pensione a 60 anni se si possedevano 36 anni di contributi.
La riforma Fornero ha fatto saltare questo sistema di calcolo e gli emendamenti al decreto sulla Pubblica Amministrazione tanto attesi bocciati qualche giorno fa in commissione Affari Cstituzionali ha creato forte fibrillazione tra i docenti. Sono diecimila in tutta Italia, tra quelli in diritto alla pensione e quelli precari, che hanno annunciato forme di mobilitazione.
Preoccupazione e nervosismo anche nel Sannio, dove vige ancora tanta incertezza sia in termini di applicazione del decreto che in termini di personale coinvolto tanto da rendere necessaria – come ha spiegato ai nostri microfoni il dirigente Marcucci- da parte dell’Ufficio scolastico provinciale l’emanazione di una circolare destinata tra gli altri ai dirigenti delle scuole sannite con cui si cerca di chiarire che “il decreto 90/2014 abolisce i trattenimenti in servizio discrezionali per due anni e non quelli per raggiungere il diritto alla pensione”.
Insomma chi ha scelto di rimanere in servizio più del tempo dovuto dovrà andare a casa e sarà necessario attivare le procedure per il collocamento a riposo per il personale cui è stato revocato il trattenimento. Ma la questione non si ferma qui: sono tante le speranze disattese anche per i precari.
L’intervista nel servizio