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Fortore

Paduli, presto nuove regole per il canone sugli usi civici dei terreni. E’ quanto emerge da un incontro tra Coldiretti e sindaco

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Nuovi criteri per il calcolo del canone sui terreni ad uso civico potrebbero essere adottati dal Comune di Paduli. E’ quanto emerge da un incontro che i vertici della Coldiretti Benevento hanno tenuto nei giorni scorsi con il sindaco del paese fortorino, Michele Feleppa, alla presenza del presidente della locale sezione Coldiretti Luigi D’Aniello, di Vincenzo Ianniello della Coldiretti Sannita ed del segretario di zona Saverio Russo e dell’architetto del Comune di Paduli, Citarella.

La questione degli usi civici, che a distanza di anni viene riscoperta dai Comuni anche su sollecitazione dell’ANCI Campania a seguito di una Sentenza della Corte dei Conti, dovrebbe far riferimento al regolamento predisposto dall’ANCI Campania e frutto di una concertazione con la Coldiretti.

Secondo quanto dichiarato dal primo cittadino Feleppa, il tema sarà portato all’attenzione del prossimo consiglio comunale per promuovere una delibera a favore dell’applicazione della bozza di regolamento predisposta dall’ANCI che fissa il canone sui terreni ad uso civico e le conseguenti regole per procedere all’affrancazione dei terreni.

“La metodologia per il calcolo del canone enfiteutico – si legge in una nota della Coldiretti – è sostanzialmente più vantaggiosa rispetto alla precedente. Nel caso in cui il Comune di Paduli applicasse tale regolamento, oltre a definire una nuova e più coerente metodologia di calcolo per l’imposizione del canone annuale, è prevista una riduzione del 40% per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, una riduzione del 5% per i residenti ed una ulteriore riduzione del 5% per i giovani imprenditori”. “ln caso di affranco, cioè di acquisto definitivo del terreno- continua la nota – se l’affranco viene pagato nei 60 giorni, è prevista una ulteriore riduzione del 20% . In base ad un atto deliberativo del 2012 adottato dal Comune di Paduli i coltivatori diretti e gli affidatari in genere avrebbero pagato un canone enfiteutico più alto e nello stesso tempo la conseguenza è che il canone di affranco sarebbe stato impossibile da sostenere per gli interessati”.

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