POLITICA
E’ il giorno della cancellazione delle Province: oggi si decide il loro futuro
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“Oggi giornata importante per le province”. E’ racchiuso in questo incipit di un tweet di Matteo Renzi il significato di questa lunga giornata che dovrebbe portare, secondo i piani del Governo, alla cancellazione delle Province.
Tuttavia il cammino del ddl che le abolisce come organi elettivi e ne riduce sensibilmente le competenze ha trovato strade impervie, tanto che il Consiglio dei Ministri ha deciso di “blindare” il tutto autorizzando la fiducia, se ne ce sarà bisogno, sulla riforma che in giornata andrà all’esame finale della Senato.
“Il Consiglio dei Ministri – comunica in una nota palazzo Chigi – ha deliberato il proprio assenso a porre la questione di fiducia sul disegno di legge recante disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni, all’esame del Senato”.
Dopo il via libera della commissione Affari Costituzionali del Senato, dove ieri il governo è stato battuto due volte, il provvedimento ha superato in extremis il primo decisivo passaggio in assemblea, evitando per soli quattro voti uno scivolone sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S. Non è infatti un mistero che M5S, Forza Italia e Lega siano contrari a questa trasformazione delle province in enti di secondo livello.
Sulla riforma delle Province il Governo Renzi si gioca la carta credibilità: la proposta del nuovo riassetto è stata gestita da Graziano Delrio, braccio destro del premier fiorentino, che non può certo permettersi uno scivolone su questo tema, né tantomeno attaccarsi ad un immobilismo dopo che per mesi la cancellazione delle Province era stata presentata come “indispensabile”. E a confermare questa visione è lo stesso Matteo Renzi, che sempre su twitter ieri ha scritto: “Se domani passa la nostra proposta sulle province, tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani”.
L’obiettivo dell’esecutivo è quello di far approvare la legge in tempi rapidissimi, prorogando i commissariamenti delle Province fino alla fine del 2014, ed evitare che all’election day del 25 maggio, quando si voterà per il Parlamento europeo e per il rinnovo delle amministrazioni comunali, gli elettori ricevano al seggio anche le schede per le province.
Ma se il Parlamento non approverà il testo entro il 5 aprile, le Province infatti dovranno andare al voto: ad essere coinvolte sono 52 e altre 21 già commissariate negli scorsi anni, come quella di Benevento, da un anno in attesa di conoscere il suo futuro.
Intanto se dal Senato stasera arriverà l’ok alla riforma, il testo, che aveva già ricevuto il via libera da Montecitorio lo scorso dicembre, dovrebbe ritornate alla Camera dei Deputati per le seconda, e forse definitiva, lettura.
Erika Farese