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CULTURA

Le politiche urbanistiche di Benevento al vaglio della giuria popolare del laboratorio Cives

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Si è svolta giovedì 20 Marzo la prima sessione della Giuria Popolare di CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune: una prassi della cosiddetta “democrazia deliberativa”, giunta ormai alla quarta edizione, che rappresenta un’esperienza di innovazione sociale per il nostro territorio.

“Si tratta di un esperimento che si propone di prendere in esame una delle politiche pubbliche della città – ha affermato Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento, nell’introdurre l’incontro – che per questa edizione sono quelle urbanistiche. Siamo molto soddisfatti che alcuni cittadini, individuati in base ad campione rappresentativo della popolazione di Benevento, abbiano aderito al nostro invito.

Nella seconda sessione del 3 aprile saranno poi i cittadini stessi a fare una valutazione delle scelte amministrative. E’ importante comprendere che le giurie popolari sono espressione di una cittadinanza comune. Esse non sono composte, dunque, da esperti della materia o portatori di interessi, ma dai destinatari naturali delle politiche, cioè i cittadini. Pertanto vengono definite palestre di democrazia applicata”.

Subito dopo è intervenuto il prof. Mario Coletta, Assessore all’Urbanistica del Comune di Benevento, il quale ha prima offerto importanti stimoli di riflessione intorno allo stesso concetto di gestione delle politiche urbanistiche e si è successivamente soffermato su alcuni provvedimenti presi in questi anni sul territorio beneventano: “Per prendere provvedimenti incisivi e condivisi bisogna avere la consapevolezza che l’urbanistica non riserva spazi esclusivamente al computo, alla organizzazione strutturale e progettuale, ma anche alla riflessione su come si potrebbe vivere il bello all’interno di questi spazi”, ha affermato.

“Questi concetti, insieme all’idea di riuscire a coniugare il paesaggio con l’ambiante, hanno accompagnato lo sviluppo delle civiltà. Pertanto è necessario un retroterra anche filosofico, di ampio respiro”.

Continui e concreti i riferimenti ai piani della nostra città, che nel passato hanno conosciuto momenti di altissima qualificazione: “A Benevento abbiamo avuto figure davvero rivelanti, come Luigi Piccinato, i quali hanno strutturato dei piani pensati per una città che respirava il territorio.

Oggi non possiamo nasconderci che sarebbero tanti i provvedimenti da prendere per intervenire meglio, come per le periferie: i quartieri periferici sono sì urbani, ma totalmente squalificati…a volte peggio dei cosiddetti quartieri poveri. Questo è il frutto di politiche che guardavano molto di più all’immediato piuttosto che puntare ad obiettivi di lungo raggio, e che si sono tradotte in piani privi di piazze, di luoghi nei quali la gente può incontrarsi, e basati invece sul necessario e continuo spostamento in automobile, con le periferie prive di ogni centralità.”

Tale discussione, soprattutto per una città come Benevento, non potrebbe prescindere dal rapporto, a volte sofferto, tra segni antichi e nuovi, il cui equilibrio è di primaria importanza per la condivisione di un piano urbanistico: “Non sempre abbiamo puntato ad integrare i segni di una città che raccoglie in sé testimonianze antichissime – ha continuato il docente – il che non ha permesso nemmeno di rendere il cittadino orgoglioso del luogo che abita. Invece chi ha costruito la città prima di noi , anche in condizioni economiche più difficili, l’ha saputo fare, dando rappresentatività a questi spazi. Unito a questo, un piano che non guardi avanti anche nello sviluppo futuro è per costituzione un piano smorto, asettico”.

Ad emergere, dunque, è il tratteggio di un lavoro non facile, ma che deve necessariamente puntare alla condivisione dei cittadini che ne sono i suoi primi destinatari: “La modernità dei piani è in una interlocuzione equilibrata tra il vantaggio economico e quello sociale, tra pubblico e privato, il rischio altrimenti è quello di costruire una città non ricucita ma frammentata, dove ogni cosa è decontestualizzata. Dovremmo recuperare quella filosofia di partenza dei grandi maestri che era in grado di rivitalizzare ed adattare regole diverse di volta in volta, senza dimenticare mai di guardare oltre anche ai nostri contesti”.

Dopo la relazione dell’Assessore Coletta numerosi cittadini e partecipanti a CIVES hanno svolto interventi e rivolto domande su alcuni aspetti specifici delle politiche urbanistiche della città di Benevento, in vista della seconda sessione della giuria popolare che sarà valutativa.

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