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CRONACA

Droga, blitz Polizia-Fbi contro ‘ndrangheta. Operazione anche nel Beneventano: 6 arresti nel Fortore

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Centinaia di uomini della Polizia e dell’Fbi hanno eseguito in diverse regioni italiane e negli Stati Uniti una serie di arresti e fermi nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta e a famiglie mafiose americane responsabili, secondo le accuse, di un traffico internazionale di droga. 

Gli arresti e i fermi sono stati eseguiti dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato nelle province di Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Torino, Benevento, Catanzaro e a New York negli Stati Uniti.

Sei i decreti di fermo effettuati nel Sannio a residenti nella zona del Fortore. Si tratta di: Carlo Brillante, 49 anni, nato e residente a Montefalcone di Val Fortore; Daniele Cavoto, 28 anni, nato a Benevento e residente a Montefalcone di Val Fortore; Eugenio Ignelzi, 38 anni, nato a Montreal (Canada) e residente a Ginestra degli Schiavoni; Andrea Memmolo, 28 anni, nato a Benevento e residente a Montefalcone di Val Fortore; Antonino Francesco Tamburello detto “Nick”, 45 anni, nato a Partanna (Trapani) e residente a Castelfranco in Miscano ma domiciliato a Montefalcone di Val Fortore; Francesco Vonella, 27 anni, nato a Catanzaro e residente a Girifalco (Catanzaro) ma domiciliato a Montefalcone di Val Fortore.

In casa di quattro dei sei sanniti sono stati ritrovati anelli con pietre azzurre e collane con crocifisso di oro bianco e rosso, segno – secondo gli inquirenti – di un’affiliazione alla cosca calabrese. Durante i riti di “consacrazione” alla ‘ndrangheta utilizzavano anche santini di padre Pio. 

Le accuse sono associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato al traffico internazionale di stupefacenti. L’operazione degli agenti della Mobile di Benevento è scattata alle 4:30 di questa mattina. L’indagine risale al 2010.

Gli inquirenti hanno dimostrato l’esistenza di una cellula di stampo mafioso, di una famiglia newyorkese, nel territorio di Montefalcone di Val Fortore. La cellula, sulla scorta delle acquisizioni investigative, ha aderito al sodalizio criminoso finalizzato al traffico di stupefacenti con a capo la famiglia calabrese degli Ursino.

La Squadra Mobile di Benevento già da alcuni mesi stava monitorando i soggetti ed aveva effettuato alcune perquisizioni finalizzate al rinvenimento di armi. Il personale della Mobile ha messo a punto un’opera d’investigazione, coordinata dalla locale Procura della Repubblica,  che di prevenzione tesa ad evitare la commissione di reati contro il patrimonio, la vita e l’incolumità personale, ma anche il comportamento dei rei. 

La cellula beneventana, inoltre, era protesa all’acquisizione, diretta o indiretta, della gestione e del controllo di attività economiche e all’acquisizione di appalti pubblici. In alcune intercettazioni sono emersi anche alcuni progetti criminali del sodalizio: in particolare il clan avrebbe pensato di mettere a segno alcune rapine e perfino un omicidio. Intenti, però, sventati preventivamente dalle forze dell’ordine che nei mesi scorsi avevano già perquisito e ascoltato gli affiliati.

L’INDAGINE – L’inchiesta, denominata ‘New Bridge’ e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, avrebbe consentito di scoprire e disarticolare un’organizzazione che fa capo alle ‘ndrine della Ionica calabrese e che operava fra Italia, Stati Uniti, Canada, Centro e Sud America, in stretto contatto con famiglie mafiose americane e narcos sudamericani. 

L’indagine – che ha disvelato un’organizzazione criminosa di stampo mafioso dedita al traffico internazionale di eroina e cocaina – è stata caratterizzata dalla sinergia tra Autorità Giudiziarie e Investigative Italiane e Statunitensi, nella specie del U.S. Department of Justice e sviluppandosi, sin dall’inizio, in un costante scambio informativo e di proficua collaborazione mediante attività rogatoriali tempestivamente poste in esecuzione grazie al prezioso apporto dell’Ufficio del Magistrato di Collegamento di stanza presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America a Roma. 

Il tema principale che ha contrassegnato l’operazione è stato quello dei collegamenti tra esponenti legati alla famiglia mafiosa Gambino di New York e soggetti italiani, legati o appartenenti alla ‘ndrangheta calabrese. Quello che è emerso, nello sviluppo investigativo, è la esistenza di un legame a doppio filo tra cosche calabresi, con particolare riguardo alla famiglia Ursino di Gioiosa Jonica, e alcuni personaggi italoamericani insediati a New York di chiara estrazione mafiosa. 

Questo connubio, semplicemente ipotizzato nella fase embrionale del procedimento, ha trovato conforto nelle indagini che sono state sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché mediante ricorso ad agenti “sotto copertura” che hanno operato in Italia e negli Stati Uniti. 

Si è dimostrato inoltre che italo-americani legati alla famiglia Gambino di New York hanno raggiunto un accordo con persone legate agli Ursino per organizzare un traffico di eroina dalla Calabria a New York e di “cocaina” dal Sudamerica in Calabria, quest’ultimo attraverso intermediari che abitavano negli Usa. 

Le indagini hanno permesso di ricostruire il traffico di droga mediante monitoraggio delle fonti di approvvigionamento che sono state individuate in Africa, in particolare presso un esponente della famiglia Morabito detta “u scassaporte”, e in altri luoghi del territorio nazionale. Sono stati fatti riscontri attraverso acquisti simulati di eroina (un campione di prova e una prima partita di 1,5 kg), che hanno confermato l’ipotesi investigativa. 

Quanto alla cocaina, si è monitorato un progetto di ampio respiro che ha permesso l’individuazione delle fonti di approvvigionamento individuate in Guyana e alla Bahamas, tanto che i fornitori, che adoperavano una società di copertura, sono stati interessati da un sequestro di circa 75 kg di cocaina, il che ha confermato l’oggetto delle trattative. La sostanza stupefacente veniva occultata in carichi di frutta fresca o carbone.

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