Sindacati
Vicenda Amts, Ugl Trasporti e Faisa Cisal intervengono sulla redazione del Piano Industriale

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“Le organizzazioni sindacali Ugl Trasporti e Faisa Cisal, sono costrette, ancora una volta, a prendere la parola ed esprimere il proprio punto di vista sugli accadimenti recenti che riguardano l’Amts.
Alla luce di quanto appreso sugli organi di stampa nella giornata di venerdì, dopo mesi di estenuante attesa, la Segesta ha finalmente consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Amts, Mirko Francesca, il tanto famoso Piano Industriale che “dovrebbe” (il condizionale è d’obbligo), segnare la svolta per il rilancio e la salvezza della nostra Cara Azienda.
Da quanto si legge, il documento dovrebbe superare un complesso iter di studio approfondito da parte del CdA aziendale unitamente al Direttore, fino ad arrivare al vaglio del Sindaco, Giunta e Commissione alla mobilità. Solo ultimato questo primo giro, da quanto si apprende, saranno i sindacati e il personale ad essere coinvolti nella lettura e nell’approfondimento del Piano.
Nessuno conosce il contenuto dello stesso, che sarà reso noto molto probabilmente nella giornata di mercoledì prossimo nel corso di un vertice a Palazzo Mosti tra Azienda e Comune, ma a grandi linee, si legge che sia stato razionalizzato il sistema di trasporto pubblico locale, attraverso una completa rivisitazione delle linee urbane.
Ovviamente, i redattori di tale piano, consapevoli del fenomeno dell’evasione, hanno proposto un potenziamento dei controlli e la necessità di riempire le già esigue casse aziendali attraverso una corretta gestione del sistema dei parcheggi e dei parcometri.
Ci teniamo a sottolineare che, per queste “idee rivoluzionarie”, l’Amts ha versato alla Segesta un anticipo di “euro 15000, a fronte dei 35000” pattuiti.
E precisiamo che, da quanto si apprende dalle dichiarazioni fatte da Francesca, il suddetto Piano, che può imprimere la svolta decisiva alla Amts, necessita però dell’approvazione del Comune, dal quale l’Azienda si aspetta il massimo sostegno. Solo dopo aver superato l’incipit comunale, toccherà all’Azienda e soprattutto al personale dipendente renderlo concreto con il massimo impegno. In alternativa o di fronte a nuovi ostacoli, l’unica strada possibile sarà il fallimento.
Detto ciò e dopo aver illustrato minuziosamente quanto dichiarato, senza entrare nel merito dei contenuti “perché ciò lo faremo in seguito”, l’unica domanda concreta che ci facciamo è la seguente: è possibile che l’Azienda rischi di elargire, vista la situazione di crisi in cui versa, una somma così cospicua per un Piano, che probabilmente non sarà neanche approvato? Su questo punto, però, per amore di verità, non nutriamo dubbi visto che, Amts e Comune hanno interessi comuni e, ci auguriamo, anche quello di non sperperare denaro pubblico.
A tal punto la patata bollente passerà ai dipendenti, ai quali si chiede maggiore produttività. Senza sminuire “l’oneroso, per quanto dignitoso”, lavoro svolto dai redattori, le scriventi organizzazioni sindacali, già tempo addietro avevano presentato delle proposte per la redazione del Piano Industriale, tra cui quella di assegnare altre aree di sosta a pagamento, intensificandone i controlli, nonché sopprimere le c.d. linee morte, a fronte di un minor spreco delle risorse economiche aziendali.
Di certo, non si può chiedere ai dipendenti l’impossibile, dal momento che, ricordiamolo, gli stessi hanno dimostrato un grandissimo senso del dovere, continuando a lavorare anche senza remunerazione. Unica nota dolente di questa intricata vicenda è, ”ahinoi”, il ruolo secondario attribuito ai soggetti sindacali.
Non ci sembra possibile relegare il compito dei sindacati ad una semplice lettura ed approfondimento del Piano, quando tutti i giochi sono stati fatti e non rimane altro che accettare il tutto, senza poter presentare proposte alternative, perché l’unica alternativa prospettata è il fallimento!
Dunque, siamo di fronte al classico”BERE o AFFOGARE”, imposto ancora una volta dai vertici aziendali, politici ed amministrativi che, a quanto pare, continuano ad esercitare uno strapotere senza fine, senza il minimo doveroso confronto con gli organi sindacali, che a nostro avviso, avrebbero dovuto esprimere il proprio punto di vista ancor prima dei vertici comunali, perché a conoscenza meglio di chiunque altro delle problematiche che affliggono l’azienda e delle soluzioni pratiche da poter attuare per uscire fuori dalla crisi.
Intanto, non ci rimane altro che aspettare l’approvazione del Piano da parte del Comune e di conoscerne nei dettagli il contenuto. Nel frattempo, ci impegniamo a seguire le prossime fasi della vicenda ed offrire il massimo sostegno e collaborazione, qualora quanto proposto incontri gli interessi dei lavoratori e dell’Azienda, nel solo ed esclusivo interesse di evitare il prospettato fallimento e allo stesso modo contestare eventuali soluzioni non conformi al nostro modo di operare, qualora siano solo il frutto di paventate teorie che non trovano riscontro nella realtà dei fatti”.