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CULTURA

Nuove scoperte archeologiche a Paduli: riemerge il basolato originale della Via Traiana a Forum Novum

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Nuove e significative scoperte archeologiche sono state effettuate nel territorio comunale di Paduli grazie alla recente campagna di scavi dell’Università del Salento, condotta all’interno della stazione viaria di Forum Novum sulla Via Appia Traiana, in località Piano di Sant’Arcangelo.

L’attività, diretta dal professor Giuseppe Ceraudo del Dipartimento di Beni Culturali dell’Ateneo salentino, ha portato all’apertura di tre saggi di scavo lungo il tracciato del moderno tratturo, che insiste sui resti dell’antica arteria voluta dall’imperatore Traiano nel 109 d.C., percorso alternativo alla Via Appia nel collegamento tra Benevento e Brindisi.

Le indagini archeologiche, realizzate su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, si inseriscono nel quadro del riconoscimento UNESCO della Via Appia e della Via Traiana a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, riconoscimento che ha reso il tracciato il 60° bene italiano iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale.

Gli scavi rientrano tra le attività previste nell’ambito del Progetto “Borghi”, frutto del partenariato tra i Comuni di Paduli e Sant’Arcangelo Trimonte, coordinato dagli architetti Renè Bozzella e Luigi Salierno, che ha come punto focale proprio il sito di Forum Novum/Contrada Sant’Arcangelo. Il progetto mira alla realizzazione di un primo nucleo del Parco Archeologico Lineare della Via Traiana, un’iniziativa volta alla valorizzazione integrata del patrimonio storico e paesaggistico locale.

“Siamo profondamente orgogliosi che il nostro territorio torni protagonista grazie a queste nuove scoperte archeologiche lungo la Via Appia Traiana, a Forum Novum, nel territorio comunale di Paduli”, ha detto il sindaco Vessichelli. 

“L’intervento di scavo rappresenta un passo decisivo nel percorso di valorizzazione di uno dei 19 tratti che, lo scorso 27 luglio 2024, hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento UNESCO. È un risultato che coinvolge e unisce i territori di Benevento, Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte e Buonalbergo, simbolo della nostra identità e della nostra storia condivisa.

Si tratta, inoltre, del primo intervento scientifico di scavo archeologico condotto sulla Via Appia Traiana dopo il prestigioso riconoscimento UNESCO, realizzato grazie alla sinergia tra il Comune di Paduli, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento e l’Università del Salento.

Un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni, enti di tutela e ricerca universitaria che conferma quanto il patrimonio culturale possa diventare motore di sviluppo sostenibile e di rinascita per i nostri borghi

“Come amministrazione comunale guardiamo con grande convinzione al futuro di quest’area: la nostra volontà è proseguire le attività di scavo e di ricerca per dare vita a un vero e proprio Parco Archeologico lineare della Via Traiana, inserito nel contesto del borgo di Paduli.
Vogliamo che questo luogo, dove passato e presente si incontrano, diventi un punto di riferimento culturale, turistico e identitario per tutta la comunità e per quanti vorranno scoprire la bellezza e la storia del nostro territorio”. 

«Questi nuovi interventi – spiega il professor Giuseppe Ceraudo dell’Università del Salento – sono la conseguenza diretta di una costante e intensa attività di ricognizione topografica nel territorio, accompagnata da prospezioni aeree con l’utilizzo di droni dotati di sensori diversi (ottico, termico, multispettrale e Lidar).

Le attività che conduciamo sul terreno sono caratterizzate da una metodologia di indagine non invasiva, efficace e altamente sofisticata, volta a individuare i beni sepolti del nostro patrimonio. Qui a Forum Novum, le prospezioni mostravano anomalie riconducibili a numerose strutture sepolte; le stesse sono state poi oggetto di scavo archeologico, che ne ha confermato la presenza e la natura.

Tutto quanto portato in luce in questa nuova campagna di scavi rappresenta una tappa fondamentale per la ricostruzione e la definizione dell’impianto del vicus di Forum Novum, la prima stazione di sosta lungo la Via Traiana, a dieci miglia (circa 15 km) dal caput viae di Beneventum: una sorta di grande “area di servizio” lungo quella che possiamo considerare una vera e propria autostrada dell’età romana.

Gli scavi, diretti sul campo da Veronica Ferrari e Giuseppe Minaya, che hanno visto la partecipazione attiva di numerosi studenti dell’Università del Salento e di altre università italiane e straniere, hanno consentito di riportare alla luce per la prima volta in maniera scientifica i resti dello splendido basolato stradale della Via Traiana, emersi in due punti distinti. I grandi basoli di calcare bianco di monte, ancora segnati dal passaggio delle ruote dei carri, testimoniano in modo straordinariamente tangibile il secolare uso quotidiano della strada in età romana, offrendo uno spettacolo di immediata suggestione storica e archeologica.

Non meno rilevanti sono i resti stratificati dell’insediamento, che coprono un arco cronologico sorprendentemente ampio, dalla tarda età repubblicana all’età tardo imperiale, offrendo un quadro dettagliato e unico della vita e dell’evoluzione del vicus di Forum Novum. Questi reperti non solo arricchiscono la nostra conoscenza del sito, ma rappresentano un patrimonio culturale di eccezionale valore, destinato a diventare elemento centrale del futuro Parco Archeologico Lineare della Via Traiana.

Ha suscitato grande interesse la scoperta dei resti di una grande struttura la cui destinazione d’uso non è ancora stata chiarita, databile al basso medioevo e costruita riutilizzando numerosi basoli provenienti dall’originaria pavimentazione della Via Traiana. All’imponente struttura, solo parzialmente portata alla luce nel Saggio 2, potrebbe essere collegata un’area cimiteriale individuata una decina di metri più a ovest, nel Saggio 1.

Suggestiva – ma ancora da verificare – è l’ipotesi che si tratti di un luogo collegato al culto dell’Arcangelo, possibile origine dell’attuale toponimo del sito “Piano Sant’Arcangelo”, sul vasto pianoro dove in età romana sorgeva l’importante stazione di sosta destinata al ristoro delle persone e al cambio dei cavalli.

La prossima campagna di scavi, prevista per la primavera 2026, permetterà di approfondire la conoscenza delle strutture individuate e di favorire ulteriormente la tutela e la valorizzazione strategica dell’area, in stretta collaborazione con il Comune di Paduli, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e l’Università del Salento».

«La Soprintendenza ha fortemente sostenuto e incoraggiato questo progetto, condotto dall’Università del Salento nel territorio di Paduli. I brillanti risultati archeologici stanno segnando una nuova fase di conoscenza del territorio attraversato dalla via Traiana. Gli scavi programmati rappresentano inoltre un nuovo modello di indagine che coinvolge non solo il Comune di Paduli, per le fasi di valorizzazione e conservazione dei resti archeologici, ma anche la comunità locale, che ha custodito con rispetto e consapevolezza un patrimonio sentito come parte viva della vita quotidiana».

Le indagini archeologiche condotte dal professor Ceraudo e dal suo team rappresentano quindi un passo verso la valorizzazione dell’Appia Traiana e del sito di Forum Novum, contribuendo significativamente alla creazione di un parco archeologico che colleghi storia, tradizione e territorio.

In questo senso sono orientati gli interventi di tutela e valorizzazione coordinati dalla Soprintendenza e diretti dal funzionario archeologo, Simone Foresta, che stanno tra l’altro permettendo di arricchire i dati archeologici sull’occupazione antica del Sannio.

Si ricordano gli interventi lungo il tracciato dell’Appia Claudia presso la città di Benevento, con il rinvenimento di una serie di mausolei di età imperiale romana, l’individuazione di un ampio tratto della regina viarum presso il Comune di San Nicola Manfredi, e il restauro di importanti strutture come il Ponte delle Chianche a Buonalbergo e il Ponte Rotto ad Apice.

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