fbpx
Connettiti con noi
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio

POLITICA

Se Clemente sta là, un motivo ci sarà

Con la presentazione delle liste è partita ufficialmente la campagna elettorale per le elezioni regionali, che coinvolgerà solo gli elettori interessati, il cosiddetto elettorato strutturato, gli apparati. Sui territori sarà un bagno di sangue, ma a leggere le liste emerge uno squilibrio netto tra il centrosinistra di Fico e il centrodestra di Cirielli. La logica dice che il primo prevarrà, trainato da una vera corazzata. Tre liste, nel centrodestra, faticheranno persino a raggiungere il 2,5%. Il sindaco di Benevento, d’altro canto, non sbaglia mai

Pubblicato

su

Ascolta la lettura dell'articolo

Alle elezioni regionali, ormai, votano solo gli elettori interessati, si mobilita esclusivamente il cosiddetto elettorato strutturato, gli apparati, i clienti. Dunque la corsa non si fa sul candidato alla presidenza ma sui candidati, chi va a votare non vota per il Presidente ma per il consigliere regionale di riferimento, quello a cui ha chiesto e dal quale ha ottenuto, ovvero il sindaco, l’assessore, il consigliere comunale o provinciale che punta all’elezione o anche solo a portare acqua ad una lista costruita su qualcun altro in funzione di un’altra partita.

D’altro canto ogni amministrazione comunale dipende dalla Regione, ogni sindaco ha bisogno di un consigliere regionale di riferimento, di un’entratura sicura negli uffici di Palazzo Santa Lucia, perché è Palazzo Santa Lucia che gestisce le risorse, che tutto decide. Che si tratti di finanziare un’opera, una sagra, un evento, di chiudere o aprire un ospedale, un pronto soccorso. Persino ai consiglieri di minoranza viene garantita una quota da gestire, perché in democrazia è giusto così. Fermo restando, ovviamente, che quando la coperta è troppo corta, quando c’è da decidere chi premiare e chi punire, la spunta sistematicamente il territorio più pesante elettoralmente, il consigliere di maggiore peso, quello che può far valere sul tavolo della mediazione più voti, più interessi da tutelare.

Le Regioni, pensate come enti di programmazione, si sono trasformati in enti di gestione. La spesa pubblica che fa l’economia dei nostri territori, che rappresenta la prima leva occupazionale delle nostre comunità, passa di lì. Ecco perché, nove volte su dieci, vince la coalizione con il maggior numero di liste o con le liste più forti, indipendentemente dal profilo del candidato apicale, dalle competenze che gli possono essere riconosciute, dalla sua capacità di leadership. Trainano i candidati, che chiedono il voto per se stessi e che subordinano la tenuta del patto elettorale alla vittoria perché solo nelle vesti di consiglieri di maggioranza avranno la possibilità di incidere sulle scelte del Presidente e degli assessori, solo potendo far valere il proprio consenso sul tavolo del vincitore potranno poi ottenere la compensazione dovuta da cui discenderà potere, quindi gestione, quindi consenso. È un meccanismo che si autoalimenta.

E d’altro canto in queste settimane abbiamo assistito al tentativo di Cirielli e dei partiti di centrodestra di strappare riferimenti e candidati al centrosinistra, aprendo porte e finestre a chiunque, sui territori, potesse avere interesse a ricollocarsi. L’unica strategia possibile per provare a recuperare, in una contesa nella quale il voto di opinione incide poco o nulla, una strategia che a ben vedere non ha portato a grandi risultati, se non in Terra di Lavoro e in Irpinia, ovvero nella città di Avellino dove le regionali si tradurranno nel primo tempo delle amministrative.

Ecco perché, ad occhio e croce, ci pare di poter dire che il centrosinistra di Roberto Fico è destinato a prevalere sul centrodestra di Edmondo Cirielli. Le otto liste a sostegno dell’ex Presidente della Camera pesano molto di più delle otto liste a sostegno del vice ministro degli esteri in carica, tre delle quali difficilmente riusciranno a raggiungere il 2,5% e quindi ad eleggere. Con Fico ci sono vere e proprie corazzate, c’è sostanzialmente l’intero sistema di potere deluchiano, c’è Palazzo San Giacomo, ci sono tutti i consiglieri regionali uscenti di maggiore peso, al netto di pochissime eccezioni. Certo, la campagna elettorale è appena iniziata, Fico non è De Luca e i Cirielli ha certamente recuperato margine ma lo squilibrio sui territori, ma un ribaltone, oggettivamente, avrebbe dell’incredibile.

E poi, si sa, Clemente Mastella non sbaglia mai. Se ha resistito alla corte spudorata di Cirielli e del centrodestra, se non ha ceduto alla sirena di Palazzo Chigi, un motivo ci sarà.

Annuncio

Correlati

redazione 20 ore fa

Università, Ferraro (FdI) invita al dialogo e all’ascolto con studenti e associazioni

redazione 2 giorni fa

Mastella a Martusciello: “Io già nella storia. Candidature Fi? Ipocrisia e opportunismo”

redazione 3 giorni fa

Regionali, il candidato Lucio Ferella (AVS) raccoglie l’invito di Libera

redazione 3 giorni fa

NdC presenta la lista a Benevento, Mastella: “Fieri di essere centro della coalizione. Fico? Lo sostenne anche il centrodestra”

Dall'autore

Marco Staglianò 1 settimana fa

Report e noi, giornalai e pennivendoli

Marco Staglianò 2 settimane fa

Fico come Boniperti: vincere è l’unica cosa che conta

Marco Staglianò 3 settimane fa

In Campania è sparito mezzo Pd

Marco Staglianò 4 settimane fa

Che tenerezza gli ultimi grillini

Primo piano

redazione 15 ore fa

Lavori piazza Risorgimento, Pd: “Strettoia ingresso licei mette a rischio studenti: si intervenga subito”

redazione 17 ore fa

Terremoto in Irpinia, scuole chiuse in diversi comuni del Sannio

redazione 19 ore fa

Terremoto in Irpinia, anche a San Leucio del Sannio scuole chiuse lunedì

redazione 19 ore fa

Sannio, la Provincia dispone controlli e verifiche di stabilità in tutti gli edifici scolastici

Copyright © 2023 Intelligentia S.r.l.

Skip to content