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Biosicurezza negli allevamenti bovini, Confcooperarive: “Regole eque e sostegni”

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Nel Sannio, area a forte vocazione zootecnica, le aziende agricole stanno affrontando crescenti difficoltà a causa dell’intensificazione dei controlli sulla biosicurezza, imposti da normative regionali e nazionali. Sebbene l’obiettivo – tutelare salute pubblica e sicurezza alimentare – sia condivisibile, l’applicazione rigida delle regole rischia di penalizzare soprattutto le piccole imprese delle aree interne e montane, dove la zootecnia è anche presidio ambientale e sociale.
“Molte aziende, già in difficoltà economiche, non riescono a sostenere i costi di adeguamento strutturale e gestionale richiesti: quarantene, separazione degli animali, impianti igienici, formazione e burocrazia. Serve quindi un approccio più flessibile, che tenga conto del contesto specifico (dimensione, tipo di allevamento, territorio), evitando di applicare in modo indistinto regole pensate per altre realtà, come il comparto bufalino” dichiara Nicola De Leonardis, Presidente Confcooperative FedAgriPesca Campania, la Federazione che in Confcooperative regionale aggrega cooperative agricole, agroalimentari, di pesca e di acquacoltura.
“La proposta è di coinvolgere maggiormente i veterinari aziendali nella valutazione dei singoli casi, valorizzando le buone pratiche già esistenti e introducendo gradualità nell’applicazione delle misure. Per evitare la chiusura di molte aziende – con gravi conseguenze economiche, sociali e ambientali – servono tre interventi chiave: sostegni economici mirati, formazione accessibile e semplificazione burocratica.
Senza queste misure, il rischio concreto è la perdita di almeno il 50% delle aziende zootecniche nelle aree svantaggiate, con effetti devastanti sul territorio e sull’intera filiera agroalimentare campana. Sostenere queste imprese significa salvaguardare un patrimonio prezioso per la regione” conclude De Leonardis.