Regionali, l’impasse infinita del centrodestra: tra veti incrociati e voci di corridoio il candidato resta un mistero

Nemmeno l’onda lunga, dapprima proveniente dalle Marche e nelle ultime ore dalla Calabria, è riuscita a rompere l’impasse del centrodestra campano. Con l’avvicinarsi dell’ultimo fine settimana era apparso più volte che si fosse in dirittura d’arrivo per la definizione del candidato da opporre a Roberto Fico, ma tutti gli annunci ufficiosi e mai ufficiali, tutte le veline di stampa, si sono rivelati fallaci ma non mendaci. Perché alla fine, il saliscendi del borsino di nomi fuoriusciti sui titoli dei media non erano una fantasia narrativa ma pura verità.

Il prefetto Di Bari è stato grossomodo usato come cartina di tornasole. L’imprenditore Jannotti Pecci sarebbe stato bloccato dalla sua stessa organizzazione di imprenditori e soprattutto dall’aver manifestato in passato contrarietà all’autonomia territoriale, oggetto di culto o feticcio di uno degli alleati. Per giungere a Edmondo Cirielli, quello che è ancora il designato in pectore – direttamente dalla premier Meloni – ma attualmente arrestatosi dinanzi alle legittime richieste di Forza Italia, che in caso di sconfitta vorrebbe il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale vincolato al patto con gli elettori e con gli alleati, quindi pronto a sedersi nei banchi di Palazzo Santa Lucia. Sono tutti i nomi più recenti effettivamente vagliati dall’area di governo nazionale che sono saliti e qualcuno anche sceso da quel tram chiamato candidatura.

Ma come detto ad horas il nome giusto, quello vero, quello ufficiale, ancora non c’è e forse non ci sarà ancora per qualche ora o giorno, ormai chi può dirlo. Qualcuno dice che sarà domani la giornata buona per la ‘fumata bianca’ con il nome del candidato, altri la indicano in mercoledì. In verità nessuno lo sa con certezza, nemmeno i protagonisti diretti.

Intanto il Foglio guidato da Claudio Cerasa continua a tirare la volata a Cirielli, investendolo un giorno si e l’altro pure del ruolo di candidato. Quest’oggi, sempre a firma di Ginevra Leganza, tra le ‘medaglie politiche’ da potersi ascrivere al petto del generale dei Carabinieri salernitano anche la sua vicinanza al Presidente della Repubblica Mattarella.

Repubblica Napoli, con Antonio Di Costanzo, risponde rilanciando la figura di Gennaro Sangiuliano come alternativa utile e pronta, anche o forse soprattutto a rientrare dalla corrispondenza Rai di Parigi, pure per un ‘riavvicinamento familiare’ così da sedersi tra i banchi dell’opposizione consiliare regionale.

Del resto, lo stesso Foglio indica in Cirielli colui il quale fu beffato del ruolo di leader di FdI in Campania proprio da Sangiuliano, quando fu varato il Governo meloniano con i suoi ministri, con il giornalista indicato al Ministero della Cultura da cui poi si è dovuto dimettere per una questione di ‘donne e incarichi’ a tutti nota e dalla quale vuole ripartire e ricostruirsi una carriera politica, proprio offrendosi in sacrificio, per una sconfitta che pure Calenda, ieri da Pomigliano d’Arco, ritiene certa: “E’ scontato. Vincerà Fico con una coalizione al cui interno si odiano e non so come fanno a stare insieme. Il risultato di tutto questo sarà il non governo, in una regione che ha un milione di problemi”.

Va anche segnalato che, non ha del clamoroso, ma è sicuramente una notizia che Cirielli personalmente abbia contattato varie personalità politiche dell’area di centro e moderata per chiederne la disponibilità a candidarsi con il centrodestra e, quindi, a rimpinguare ulteriormente l’aria di centro della coalizione. Tra i contatti figura anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che al riguardo e fino ad ora, non ha espresso alcuna risposta.

Intanto il centrosinistra campano è troppo convinto di una vittoria a mani basse, con in mano sondaggi che lo danno ad un potenziale 60-40% per preoccuparsi delle sonore bocciature del ‘campo progressista’ provenienti da Marche e Calabria. I 5 Stelle, usciti malconci dalle ultime due tornare regionali, ritengono bastevole un candidato governatore per il cosiddetto ‘effetto traino’, seppur in Calabria non ci sia stato.Ieri è proseguita la stesura del programma che dovrà supportare Roberto Fico. A via Galileo Ferraris si è discusso di ambiente, trasporti e aree interne, oggi si proseguirà con lavoro e cultura. Per arrivare, entro la fine della settimana prossima al programma definitivo.  Intanto nel Pd c’è totale assuefazione ai disastrosi dati provenienti dal voto per la segreteria regionale. Il ‘campo progressista’, sembra accontentarsi delle piazze piene e poco preoccuparsi delle urne vuote. Anche perché in tutti c’è la certezza che sarà la vittoria del centrosinistra in Toscana, data per scontata, a riportare entusiasmo nelle truppe.

Nel frattempo, non può non segnalarsi che nessuno, a destra come a sinistra, sembra curarsi del dato dell’astensionismo che cresce inesorabile. Anche in Campania può già essere prevedibile che il vero vincitore dalle urne sarà il ‘popolo dei non votanti’ e quel 55,48% – effetto lanciafiamme – registrato nel 2020 sarà solo un miraggio. Già conservare il 51,93 del 2015 sarebbe un successo.