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POLITICA

Tanti patti di Marano per riaprire la partita: Giosy Romano partirebbe da Benevento

Nel 2015 Ciriaco De Mita fece il salto della quaglia a poche ore dal termine ultimo per la presentazione delle liste tradendo Caldoro per preferire De Luca. Quell’accordo fu determinante. Oggi le condizioni sono molto diverse ma se il centrosinistra dovesse confermare Fico e il centrodestra dovesse chiudere su Romano la partita potrebbe riaprirsi. E tra le prime mediazioni che il candidato del centrodestra proverebbe ad aprire c’è quella con Clemente Mastella. Se si sposta lui ….

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Ricordate il Patto di Marano? L’accordo definito tra Ciriaco De Mita e Vincenzo De Luca nel 2015, poche ore prima della scadenza dei termini per la presentazione delle liste? Ecco, quell’accordo di rilevò determinante, consegnò allo sceriffo la vittoria su Stefano Caldoro aprendo la strada al decennio che a breve ci lasceremo alle spalle. Un’altra fase politica, altri protagonisti, altri schemi, altri equilibri. Un’altra Campania.

All’epoca si annunciava una contesa molto combattuta, giocata su poche decine di migliaia di voti mentre oggi, almeno sulla carta e in assenza di candidati ufficiali, il centrosinistra unito, con De Luca, parte enormemente avvantaggiato. Solo sulla carta però, almeno per il momento.

La verità è che Roberto Fico non convince. Persino nel Movimento Cinque Stelle non sono pochi i consiglieri uscenti e i riferimenti campani che a debita distanza da taccuini e microfono confessano un certo scetticismo riguardo alla capacità di Fico di guidare la coalizione, di rassicurare territori e apparati. E non a caso, dalle indiscrezioni raccolte in questi ultimi giorni, nelle stanze che contano il nome di Mariolina Castellone starebbe riprendendo quota, ferma restando, però, la determinazione di Conte a non mollare Fico giocando di sponda con il sindaco di Napoli.

Di contro, nel centrodestra sembra farsi largo, come anticipato già sette giorni fa da queste stesse colonne, l’ipotesi Giosy Romano per la presidenza di Palazzo Santa Lucia, sul presupposto che un candidato marcatamente politico come Edmondo Cirielli, viceministro degli esteri e uomo di punta di Fratelli d’Italia, difficilmente riuscirebbe ad aprire varchi nel campo opposto, proprio perché troppo di parte, troppo identitario. E visto lo squilibrio nei rapporti di forza la priorità, per il centrodestra, è quella di allargare, di strappare quote di consenso dall’altra parte del campo per dilatare i perimetri della coalizione al centro, mettendo in campo quante più liste aggiuntive a quelle dei partiti della coalizione.

In poche parole la priorità per il centrodestra dovrebbe essere quella di sfondare a sinistra, di recuperare nell’ampio e variegato universo centrista e civico, tra i deluchiani che non potranno più essere garantiti, tra i tanti, tantissimi sindaci, amministratori e riferimenti che non si fidano di Fico e di questo centrosinistra, dei Cinque Stelle e del Nazareno, che dinanzi ad una prospettiva alternativa non esiterebbero a cambiare campo di gioco.

E Giosy Romano è il profilo perfetto in questa prospettiva. Un candidato in quota De Luca per il centrodestra, ex sindaco di Brusciano, candidato cinque anni fa proprio da Ciriaco De Mita per “Fare Democratico”, poi arruolato da De Luca in qualità di Commissario Zes Campania. Uno che ha in tasca un’agenda pesante, che conosce i territori, che sa parlare il linguaggio della gestione, che conosce le logiche del consenso, un garante affidabile per chi sui territori si muove. Su Giosy Romano, oggi coordinatore della Zes unica per il Mezzogiorno e uomo chiave di Giorgia Meloni, c’è la convergenza ufficiale di Forza Italia, che lo ha proposto insistendo sulla necessità di individuare un profilo civico, e della Lega, che con una nota diramata venerdì dall’onorevole Zinzi si è detta pronta a chiudere subito sul suo nome.

Vedremo, ma se il centrosinistra dovesse confermare Fico e il centrodestra dovesse puntare su Romano allora la partita potrebbe tornare contendibile. Certo, De Mita non c’è più e non basterebbe certo un solo Patto di Marano per ribaltare gli equilibri. Ma mancano ancora quattro mesi al voto, tre alla presentazione delle liste. Un tempo largo, nel quale di patti se non potrebbero stipulare tanti. In primo luogo con i tanti orfani di De Luca, con tutti quei riferimenti che in questo centrosinistra non troverebbero spazio per le proprie ambizioni, tra tutti quei portatori d’interessi che non si fidano del nuovo corso a guida 5Stelle, tra tutti i depositari di utilità più o meno marginali che puntano a capitalizzare al massimo la propria quota di consenso.

E probabilmente tra le prime mediazioni che Romano proverebbe ad aprire ci sarebbe proprio quella con il sindaco di Benevento, che da De Mita ha imparato tutto. Anche per il valore simbolico di un eventuale accordo sul piano politico generale, posto che dove si sposta Mastella lì tira il vento.

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