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La denuncia del WWF: oasi del “Lago di Campolattaro” minacciata da inquinamento e incuria

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Il WWF Sannio segue “con preoccupazione e attenzione la vicenda dell’inquinamento del torrente Sassinora da quando è clamorosamente balzato in primo piano per l’evidenza visiva della contaminazione e i danni causati all’allevamento di trote.

L’episodio – scrive l’associazione in una nota – rischia di essere la punta dell’iceberg in un contesto più ampio di vulnerabilità del territorio. Sono infatti tanti i corpi idrici della zona oggetto di episodici sversamenti che passano inosservati, o vengono notati tardi, senza la possibilità di risalire ai responsabili. Più volte in passato l’Associazione ha denunciato episodi di contaminazione originati da sversamenti illegali presumibilmente originati da attività agricole (allevamenti), artigianali (molitura di olive) o addirittura industriali.

L’incuria e la mancanza di rispetto per l’ambiente, uniti alla grave insufficienza di controlli a partire dai livelli comunali, sono causa di degrado ambientale diffuso. Ad esempio, proprio in questo periodo degli attivisti hanno documentato la presenza di rifiuti di tutti i tipi e altri detriti lungo lo stesso torrente ed il fiume Tammaro, presso alcune rive frequentate per cercare una rigenerante frescura.

Nel caso specifico, se verranno confermate le ipotesi che l’inquinamento sia stato causato dall’impianto di compostaggio presente in zona, si saranno purtroppo realizzate le preoccupazioni manifestate dall’associazione fin dal 2018, quando il WWF Sannio aveva espresso riserve sulla proposta di realizzare a Sassinoro un impianto per il trattamento di 60 tonnellate di umido al giorno, una quantità pari alla produzione giornaliera dell’intera provincia di Benevento.

Il WWF – prosegue la nota – è in generale favorevole al compostaggio aerobico della frazione umida, ma ritiene preferibili i compostaggi di comunità e, ancor di più, il compostaggio domestico, che annulla completamente i rischi di malfunzionamento di una compostiera industriale.

La preoccupazione principale, allora come oggi, riguarda la vicinanza di tali impianti (o, per estensione, di potenziali fonti di inquinamento come sversamenti illegali) a corpi idrici importanti come il Tammaro, sia dal punto di vista socio economico per i lavori in corso per utilizzare le acque dell’invaso ad uso potabile, sia dal punto di vista naturalistico per la presenza dell’Oasi del “Lago di Campolattaro” ed il duplice riconoscimento come area “Natura 2000” (con la ZSC – Zona di Protezione Speciale, ex SIC – Sito di Importanza Comunitaria “Alta Valle del fiume Tammaro” e con la ZPS — Zona di Protezione Speciale “Invaso del Tammaro”) e ora al confine del nascente Parco Nazionale del Matese.

Le caratteristiche naturali della zona, che esprime valori di assoluto rilievo, dovrebbero essere maggiormente tenute in considerazione dalle Istituzioni locali: le aree protette non possono essere solo un’etichetta da appiccicare su proposte turistiche e richieste di finanziamento. E’ necessario che la cura e l’attenzione all’ambiente si concretizzino con azioni di sensibilizzazione, di verifica e controllo che prevengano gli episodi di degrado e reprimano i casi di illegalità.

Il WWF Sannio continuerà a farsi promotore di incontri e iniziative con i cittadini, i comitati e gli Enti locali per sensibilizzare sulle tematiche ambientali e per valutare i rischi e le opportunità legati alla salvaguardia del nostro territorio. Continuerà a sollecitare in particolare l’avvio del percorso per il Contratto di Lago, che sembra dimenticato dalla Regione Campania. Proporrà un monitoraggio del corso del fiume Tammaro e dei corpi idrici affluenti per individuare le criticità e progettare soluzioni che evitino l’inquinamento delle risorse idriche fondamentali per i sistemi naturali e a breve per l’approvvigionamento idrico ad uso umano.

Nello stesso tempo l’Associazione intraprenderà le azioni possibili per garantire la tutela dell’area, comprese quelle giuridico-legali come la costituzione di parte civile contro i responsabili dell’inquinamento del torrente Sassinora”, conclude la nota.

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