CULTURA
Prosegue con successo la rassegna teatrale “A Benevento… ‘o Teatro è… A ‘u Sacramento”

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La III rassegna teatrale “A Benevento… ‘o Teatro è… A ‘u Sacramento” è stata voluta da “Edizioni Realtà Sannita” e il Circolo “La Fagianella”, ed è patrocinata dalla Città di Benevento, da Matt’…Atttori di Benevento e dalla Federazione Italiana Teatro Amatori Campania. Sono in programma sino al 9 agosto 2025 sei rappresentazioni teatrali, alla fine delle quali sarà assegnato per la migliore performance, presso il Circolo “La Fagianella”, il Premio Antonio Sorgente “Don Saverio”.
Dopo il felice esordio di sabato 5 luglio, con la compagnia “I Pappici” di Salerno che si è esibita nella commedia “Tammurriata nera”, ieri sera è andata in scena, presso l’Arena dell’Arco del Sacramento dinanzi a un pubblico che molto si è divertito, “Io e il mio gemello”, commedia in due atti, con la compagnia “Il Faro Teatro Macco” di Napoli.
Liberamente ispirata ai “Menecmi” di Plauto, autore latino che fece del teatro un punto d’incontro di tutte le classi sociali e rese popolare la produzione letteraria. Ciò gli valse un successo notevole in vita e che continuò anche dopo la sua morte e nei secoli a venire. I Menecmi è scritta verso la fine del III secolo a.C. Il titolo deriva dal nome dei due personaggi principali, Menecmo, fratelli gemelli. È il prototipo di tutte le «commedie degli equivoci». La commedia è infatti tutta nel groviglio degli scambi di persona, fino alla reciproca simultanea agnizione (cioè identificazione) finale. Un commerciante siciliano è padre di due gemelli, completamente identici. Quando i due fratelli avevano sette anni, il padre decise di portarne uno con sé a Taranto, dove si recava a commerciare e lasciò l’altro a casa, a Siracusa, con la madre. Ma a Taranto, nella confusione del mercato, il figlio viene rapito da un commerciante di Epidamno e il padre, dopo pochi giorni, ne morì di dolore. Quando la notizia della scomparsa del fanciullo e della morte del padre arrivò a Siracusa, il nonno pensò di cambiare nome al gemello superstite e lo chiamò Menecmo, come quello che si era perso. I due gemelli hanno dunque lo stesso nome, elemento, questo, fondamentale per scatenare il susseguirsi di equivoci e scambi di persona su cui si fonda l’intreccio della commedia, che ha inizio quando i due Menecmi sono ormai adulti e uno dei fratelli (quello rimasto a Siracusa) giunge a Epidamno, la città in cui l’altro vive sin dall’infanzia. I gemelli non si incontrano mai fino alla fine, ma entrano in scena alternandosi e generando una serie di equivoci in cui rimangono coinvolti i vari personaggi della commedia: il parassita Penicolo, l’etera Erozio, la Matrona, moglie del Menecmo di Epidamno, Messenione, servo del Menecmo “siracusano”, il cuoco Cilindro. Anche i due gemelli sono vittima dell’equivoco, essendo ignari l’uno dell’altro, e la situazione precipita quando il suocero del Menecmo di Epidamno, credendolo impazzito, chiama un medico per somministrargli delle cure. Fortunatamente giunge nello stesso luogo anche il fratello. Per la prima volta i gemelli si trovano insieme l’uno di fronte all’altro, dando vita alla scena finale del riconoscimento in cui, anche grazie al serrato interrogatorio del servo Messenione, è chiarito ogni equivoco. I fratelli, che erano stati divisi, possono finalmente ricongiungersi.
Prossimo appuntamento sabato 19 luglio 2025, sempre alle ore 21,00, con “A formula da felicità” con la compagnia teatrale “I Matt’…Atttori” di Benevento, che già fa registrare il sold out.