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Cittadinanza, in caso di quorum nel Sannio 1.678 potenziali nuovi italiani: 284 sono minorenni
Il report Svimez e l’impatto locale della proposta di riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza
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Sono 1.678 i cittadini stranieri residenti nel Sannio che potrebbero ottenere la cittadinanza italiana se il referendum dell’8 e 9 giugno prossimo – che propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza legale per la richiesta – raggiungesse il quorum e vedesse prevalere il “Sì”. Lo rivela l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez) nell’ultimo numero di Informazioni Svimez, pubblicato alla vigilia del voto.
Di questi 284 sono minorenni, un dato che, pur numericamente contenuto rispetto alle grandi città metropolitane, riveste una rilevanza strategica per il futuro delle aree interne. Bambini e ragazzi che vivono, studiano, si formano nel territorio e che, con la riforma, potrebbero acquisire la cittadinanza italiana – per trasmissione dai genitori o al compimento del diciottesimo anno.
Secondo la Svimez, proprio questi giovani rappresentano la chiave per affrontare la crisi demografica e il rischio di desertificazione sociale che colpisce le aree marginali del Paese, come gran parte dell’entroterra campano. Nei comuni più piccoli e isolati, dove le scuole primarie faticano a restare aperte per scarsità di iscritti, anche un numero ristretto di nuovi cittadini può fare la differenza: senza i bambini stranieri, molti plessi scolastici rischiano la chiusura per non raggiungimento della “dimensione critica” (125 alunni).
Il messaggio lanciato dalla Svimez è chiaro: trasformare l’immigrazione regolare da problema percepito a risorsa concreta per lo sviluppo demografico e produttivo. In un territorio come il Sannio, dove il saldo naturale è da anni negativo e le proiezioni indicano un calo consistente della popolazione giovanile, favorire l’inclusione piena delle famiglie straniere può rappresentare una strategia cruciale di rigenerazione sociale.
“Estendere i diritti di cittadinanza degli stranieri non è solo una battaglia di democrazia, ma un investimento nel futuro del Paese. Favorire l’attrazione e la stabilizzazione di nuove famiglie può contribuire a spezzare il circolo vizioso tra spopolamento e rarefazione dei servizi pubblici”, ha sottolineato il direttore generale della Svimez Luca Bianchi.
A livello nazionale, i potenziali nuovi cittadini sono oltre 1,4 milioni, con una concentrazione maggiore nel Centro-Nord (oltre 1,2 milioni), ma con effetti cruciali anche nel Mezzogiorno, dove i numeri assoluti sono più bassi, ma l’impatto sociale e territoriale è proporzionalmente maggiore. In Campania, la provincia con il maggior numero di potenziali beneficiari è Napoli (39.245), seguita da Bari (15.851). Il dato sannita, seppur più contenuto, assume rilievo proprio alla luce delle fragilità strutturali del territorio: in molte aree del Sannio, anche poche centinaia di nuovi cittadini possono garantire la sopravvivenza di servizi scolastici, sanitari e sociali fondamentali.
Lo studio Svimez invita infine a superare la visione emergenziale sull’immigrazione, integrando la riforma in un più ampio programma di rafforzamento delle politiche territoriali e di coesione sociale. Per il Sannio, come per molte altre province del Sud, la cittadinanza non è solo un diritto da riconoscere, ma anche una leva per la rinascita di comunità in declino.