CRONACA
‘Uccido te e la tua famiglia’: minacce alla moglie, divieto di avvicinamento per 38enne di Montesarchio

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Nel pomeriggio di ieri il personale della Stazione Carabinieri di Montesarchio ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione delle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa con braccialetto elettronico, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un trentottenne di Montesarchio, gravemente indiziato del delitto di minaccia grave, reiterato in più occasioni nei confronti della moglie.
In particolare, l’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, trae origine dalla querela sporta dalla persona offesa nei confronti del marito, il quale aveva dimostrato di perdere facilmente il controllo delle proprie azioni all’esito di discussioni insorte per futili motivi ovvero inerenti il rapporto coniugale.
La stessa persona offesa ha riferito in sede di querela e di sommarie informazioni che le minacce consistevano in vere e proprie minacce di morte del tipo “ti ammazzo, ti sparo”, “ti taglio la testa davanti ai carabinieri e ci gioco a pallone”, “ti faccio impiccare..mi metto sotto le telecamere”, proferite sia all’esito di quotidiane discussioni legate alla relazione del marito, sia telefonicamente.
Infatti, l’indagato le inviava messaggi di testo e messaggi vocali, in cui la minacciava esplicitamente dicendole “ora te lo dico ora e non te lo dico più….. io ti uccido a te e tutta la famiglia tua….. e poi ti faccio vedere! va bene? tu vuoi mettere alla prova la pazienza mia? e ora ti faccio vedere la pazienza mia fin dove arriva”, minacce riscontrate dalla trascrizione del predetto messaggio vocale, oltre che dalle dichiarazioni assunte dai prossimi congiunti della denunciante.
La persona offesa si è vista costretta a rivolgersi ad un centro antiviolenza e, giunta insieme alle due figlie minori, si è accorta che il marito aveva inserito all’interno di un peluche regalato alle bambine un dispositivo di tracciamento per localizzare la sua posizione.
Alla luce dell’attività investigativa espletata con tempestività dalla polizia giudiziaria, valutata la fondatezza del compendio probatorio raccolto a sostegno delle dichiarazioni della denunciante e condivisa la valutazione prospettata dal P.M., il G.I.P. ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari, considerata la gravità dei fatti contestati all’indagato ed il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie nei confronti della persona offesa.