ECONOMIA
Sannio, nel 2025 il valore aggiunto pro capite sarà di 20mila euro: 56 euro al giorno per ogni cittadino

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Secondo una stima elaborata dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, nel 2025 ogni residente della provincia di Benevento genererà mediamente 56,3 euro al giorno di valore aggiunto, per un PIL pro capite annuo di circa 20.538 euro. Con questi numeri, Benevento si colloca 97ª su 107 province italiane, confermando una storica difficoltà nel tenere il passo con la crescita economica nazionale.
Il valore aggiunto rappresenta la ricchezza effettivamente prodotta da un territorio, al netto delle imposte indirette. In questo studio, la CGIA ha calcolato il valore aggiunto dividendo la produzione economica provinciale per il numero di abitanti, includendo tutte le fasce d’età, anche bambini e anziani.
Questo indicatore misura quanto ogni abitante contribuisce in media alla produzione di ricchezza locale, e rappresenta una fotografia immediata dello stato di salute economico di ciascuna provincia.
Tutte le province della Campania presentano valori inferiori alla media nazionale (104 euro al giorno). In particolare Napoli 62,5 euro al giorno (85ª posizione nazionale); Salerno 62,0 euro al giorno (86ª) Avellino 58,8 euro al giorno (90ª); Caserta 54,6 euro al giorno (100ª). La media regionale si attesta sui 67,5 euro giornalieri, confermando il divario strutturale rispetto al Nord Italia, dove in province come Milano si superano i 184 euro al giorno per abitante.
Il rapporto della CGIA di Mestre fotografa l’economia italiana per il 2025, stimando un PIL complessivo di 2.244 miliardi di euro, con una produzione media di 6,15 miliardi al giorno.
I dati provinciali derivano da proiezioni e modelli previsionali, elaborati a partire da dati ufficiali (Istat) e analisi economiche (Prometeia).
Essendo stime, non vanno interpretate come dati definitivi, ma come una rappresentazione molto verosimile delle tendenze attese per il 2025, utile per comprendere l’evoluzione dei divari economici territoriali.
L’analisi mette in evidenza la forte spaccatura tra Nord e Sud del Paese e il ruolo cruciale delle piccole e medie imprese nel sostenere la crescita, nonostante l’assenza di grandi industrie nazionali.
Un altro elemento su cui si concentra lo studio riguarda l’impatto delle festività sulla produzione di PIL. Nel 2025 si lavorerà 251 giorni, due in meno rispetto al 2024, a causa dell’accavallarsi di ponti e festività. Secondo la CGIA, questo comporterà una perdita teorica di 12 miliardi di euro di PIL. Se si riuscisse a recuperare anche una sola settimana lavorativa all’anno, il guadagno stimato sarebbe di circa 22 miliardi di euro, equivalente a un punto di PIL in più.