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Carenza idrica, acqua pozzi e gestione del servizio: l’approvvigionamento in città tema all’Unisannio

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Dall’epoca romana fino ai giorni nostri, l’approvvigionamento idrico di Benevento ha attraversato profonde trasformazioni, alternando periodi di abbondanza e crisi, tra soluzioni ingegnose e sfide ancora aperte. Di questo si è discusso nel convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra domani.

Lo studio presentato durante l’evento ha evidenziato come nel corso dei secoli siano cambiate sia la quantità che la qualità delle forniture idriche. In età romana, le abbondanti sorgenti del Serino garantivano un’acqua di ottima qualità, trasportata fino alla città grazie al grandioso Acquedotto Sannitico.

Nei secoli successivi, con il periodo longobardo e soprattutto durante l’epoca papale, l’isolamento di Benevento rese sempre più difficoltoso l’approvvigionamento, costringendo la città a dipendere da fonti locali, spesso di qualità inferiore. Solo dopo l’unificazione d’Italia e, in particolare, nel secondo dopoguerra, la situazione migliorò grazie alla costruzione di nuovi acquedotti alimentati da acquiferi carsici, capaci di garantire una maggiore stabilità idrica.

Oggi, Benevento è rifornita da due principali fonti: una parte della città riceve l’acqua dal Biferno, mentre l’altra si approvvigiona dai pozzi di Pezzapiana. Una distinzione che, negli ultimi anni, ha alimentato il dibattito sulla qualità dell’acqua estratta dai pozzi. Sul punto, il professore Francesco Fiorillo, ordinario di Geologia Applicata all’Unisannio, ha spiegato che l’utilizzo dei pozzi è una pratica comune anche in altre realtà.

In un contesto in cui i cambiamenti climatici mettono a rischio la disponibilità delle risorse idriche, la tecnologia può svolgere un ruolo chiave nella gestione e nel monitoraggio. A tal proposito il docente dell’ateneo sannita  ha citato l’esempio della Puglia, una regione priva di sorgenti da cui attingere, ma che, grazie a una gestione attenta e strategica, riesce ad affrontare le crisi idriche con maggiore efficacia.

L’intervista nel servizio video

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