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Salute

Romano (La Rete Sociale): ‘Dal Consiglio regionale provvedimento rivoluzionario per PTRI e salute mentale’

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“E’ quasi una rivoluzione – scrive Serena Romano de La Rete Sociale – come lo è stata l’abolizione dei manicomi promossa da Basaglia. Riguarda i PTRI o Progetti Terapeutici Riabilitativi Individualizzati: il grande assurdo è che dopo avere beneficiato per tre anni di questo protocollo terapeutico che consente alle persone con disagio psichico di ottenere miglioramenti grazie a un gruppo appartamento in cui vivere, grazie a nuovi rapporti sociali, affettivi e a un inserimento lavorativo, il PTRI non era più rinnovabile.

Con quali disastrose conseguenze per i pazienti e le loro famiglie? Nella maggior parte dei casi, in seguito all’interruzione del Piano Terapeutico il malato peggiorava, di conseguenza spesso finiva nel Servizio Psichiatrico di Cura d’Urgenzae di lì veniva nuovamente smistato nelle case di cura: i nuovi manicomi sotto mentite spoglie ai quali con il Progetto Individualizzato si era tentato di sottrarlo. Risultato: soldi buttati, cure inutili, condanna a essere ricoverato per l’eternità (nonostante la legge lo vieti) in una struttura priva di requisiti “umani” e familiari e dotata, invece, di tutte le caratteristiche di una clinica dove la malattia si istituzionalizza. Ma da ieri non è più così. il Consiglio regionale della Campania, infatti, ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Presidente del Consiglio, Gennaro Oliviero, che elimina il vincolo della durata dei PTRI.

“Oggi, con l’approvazione unanime di questa mozione abbiamo compiuto un passo fondamentale… un importante progresso nel trattamento delle persone con malattie croniche e disabilità, consentendo una maggiore personalizzazione dei percorsi di riabilitazione: perché la cronicità di alcune malattie e la varietà delle risposte che ogni paziente può dare alla terapia richiedono un approccio più flessibile -ha affermato il Presidente Gennaro Oliviero – È impensabile, infatti, che il percorso riabilitativo sia vincolato a tempi prestabiliti… perché ogni paziente è diverso e ogni trattamento riabilitativo deve essere costruito attorno alla persona e non a modelli prestabiliti. Perciò il monitoraggio costante da parte dell’Unità di Valutazione Integrata (UVI) è il cuore di questo cambiamento: l’UVI, con il suo approccio scientifico e multidisciplinare, ci permette di osservare da vicino i progressi dei pazienti, senza la fretta di un termine fissato arbitrariamente. Il parere dell’UVI è un elemento cruciale per orientare le scelte terapeutiche e riabilitative, considerando non solo la salute fisica ma anche l’adattamento alle dinamiche sociali e la capacità di reinserirsi nel mondo del lavoro”.

Questa mozione rappresenta, dunque, una risposta concreta ai bisogni delle persone che lottano contro malattie difficili da sradicare e premia la battaglia in prima linea di associazioni di volontariato e cooperative – soprattutto del Casertano e del Sannio – che da anni si stanno battendo per affermare il principio ribadito da Oliviero: “Non possiamo più permettere che siano i vincoli burocratici a determinare il destino di chi lotta quotidianamente per superare le proprie difficoltà”.

Ma che cosa determina oggi questo cambiamento di rotta? E chi cercherà di opporsi? Cercheranno di opporsi gli interessi delle solite case di cura private (che sui malati mentali manovrano un giro di affari milionario), ed i Comuni chiamati a partecipare alla spesa dei PTRI che lamenteranno la mancanza cronica di fondi. Ma oggi anche la Sanità non può permettersi di sprecare risorse, come ha fatto finora, pagando due volte i costi del servizio psichiatrico: cioè, quello territoriale (composto da medici, sanitari, infermieri, ambulatori ecc.) e pagando la retta fino a 300 euro al giorno per medici, sanitari, infermieri delle cliniche convenzionate. Inoltre il cambiamento di rotta è stato determinato dalla forza delle cose: i tanti ricorsi alla magistratura vinti dai familiari dei pazienti hanno suggerito alla politica che i tempi erano “maturi” per intervenire”, conclude la Romano.

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