ECONOMIA
Turismo golfistico, mercato in costante crescita e con un giro di affari importante: perché non unire le forze e puntarci anche a Benevento?

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In un momento storico in cui a Benevento si parla di imposta di soggiorno e di risollevare le sorti del turismo – con numeri ‘impietosi’ che vedono il Sannio all’ultimo posto della classifica Istat -, una strada percorribile e interessante potrebbe essere tracciata proprio dalla realizzazione del campo da golf ‘Tierra Samnium’. Al di là degli intoppi in sede regionale e delle polemiche che da diverso tempo si trascinano sull’investimento privato dell’Antum Immobiliare Spa in località Vallone delle Cornacchie, alle porte del capoluogo, andrebbe fatta una riflessione da parte di esperti e addetti ai lavori in merito alle ricadute che un’opera del genere potrebbe avere sul nostro territorio.
UN SETTORE IN ESPANSIONE – Negli ultimi anni, il turismo di lusso e le attività legate all’outdoor stanno guadagnando sempre più spazio e, in questo contesto, il golf rappresenta un’opportunità strategica per lo sviluppo locale: non solo arricchendo l’offerta turistica, ma anche generando benefici in termini di occupazione, investimenti infrastrutturali e indotto economico. Da diverso tempo ormai, il turismo golfistico gioca un ruolo cruciale anche nel marketing e nel branding delle destinazioni: le città con eccellenti strutture da gioco, infatti, sfruttano questa caratteristica per aumentare la loro attrattività turistica complessiva. L’incremento degli eventi internazionali e locali, gli investimenti nelle infrastrutture sportive e il crescente numero di giocatori professionisti e dilettanti stanno guidando l’espansione del mercato globale. Ruoli centrali sono ricoperti da club sportivi e circoli, che stanno organizzando tornei nazionali e internazionali, investendo considerevolmente per attrarre golfisti e stimolare l’economia locale.
GIRO DI AFFARI IMPORTANTE – Secondo i dati della European Golf Association, il turismo golfistico in Europa muove un giro d’affari annuo superiore ai 15 miliardi di euro con una crescita significativa che, entro il 2030, lo porterà a 24.48 miliardi di dollari. Regioni come l’Andalusia in Spagna o l’Algarve in Portogallo hanno saputo capitalizzare questo trend, creando poli di attrazione per appassionati e curiosi da tutto il mondo. In Italia, la Federazione Italiana Golf (FIG) ha stimato che un turista golfista spende in media il 120% in più rispetto a un turista tradizionale. Questo significa che il golf non solo porta turismo di qualità, ma genera un impatto diretto su ristoranti, hotel, attività commerciali e servizi locali. Ne sanno qualcosa in Toscana, zona Montaione, dove c’è un ambizioso progetto di ristrutturazione per dare alla tenuta di Castelfalfi un campo da golf ancora più funzionale ed attrattivo. Lo sport, dunque, assumerà un ruolo centrale per l’ulteriore sviluppo del resort, oltre che attirare un pubblico sempre più qualificato, pronto a soggiornare e partecipare a tornei di prestigio. Stesso discorso per Garlenda, in provincia di Savona, nell’incantevole val Lerrone, tra uliveti secolari e borghi medievali. Anche qui, dagli Anni Sessanta ad oggi, il campo di golf è stato un elemento decisivo per la valorizzazione dell’entroterra ligure e un volano fondamentale per l’attività turistica.
LAVORO, DESTAGIONALIZZAZIONE E INDOTTO – Un ulteriore tassello è dato dalla creazione di nuovi posti di lavoro diretti e indiretti, sia nella fase di realizzazione sia nella fase operativa. Secondo stime del World Golf Foundation, ogni campo da golf genera in media tra 50 e 100 posti di lavoro diretti, senza contare l’occupazione indotta nelle strutture ricettive e nei servizi turistici collegati. Ecco perché nel nostro Sannio, da sempre afflitto da tassi di disoccupazione elevati come nel resto del Mezzogiorno, questo aspetto potrebbe rappresentare un’opportunità significativa.
Uno degli aspetti chiave del turismo golfistico è inoltre la sua destagionalizzazione. Mentre il turismo balneare è concentrato nei mesi estivi, il golf attrae visitatori durante tutto l’anno, specialmente nei periodi primaverili e autunnali, quando le temperature sono ideali per il gioco. Un progetto, dunque, che aiuterebbe le strutture alberghiere e ricettive a mantenere un’occupazione costante durante tutto l’anno, permettendo anche di utilizzare la disciplina sportiva come vetrina promozionale anche in chiave internazionale.
Diversi anche i benefici per l’indotto locale: dal settore immobiliare (la vicinanza a un campo da golf aumenterebbe il valore degli immobili attraendo ulteriori investitori) alla enogastronomia, nostro fiore all’occhiello (il turismo golfistico è spesso accompagnato dall’interesse per la cultura enogastronomica locale, con benefici per ristoranti, cantine e prodotti tipici). E ancora: mobilità e trasporti (la creazione di una destinazione golfistica richiederebbe miglioramenti infrastrutturali, con effetti positivi su viabilità e collegamenti aeroportuali/stradali); artigianato e commercio (la presenza di turisti ad alto potere d’acquisto incentiva la vendita di prodotti locali, souvenir e beni di lusso); coinvolgimento delle piccole e medie imprese locali.
Insomma, lavorare sinergicamente in questa direzione per la realizzazione del progetto potrebbe realmente essere una opportunità: non significa solo costruire un’area sportiva, ma creare un ecosistema turistico ed economico sostenibile. Il successo di progetti simili in altre parti d’Europa dimostra che, con una strategia ben definita, il golf può diventare un motore di sviluppo per l’intero territorio. Tuttavia, per massimizzare i benefici, è necessario un approccio integrato che coinvolga enti pubblici, investitori privati e comunità locali. La sostenibilità ambientale deve essere un pilastro fondamentale, con soluzioni innovative per la gestione delle risorse idriche e l’integrazione del campo nel paesaggio naturale. Se Benevento riuscirà a cogliere questa opportunità, potrà trasformare il golf in un asset strategico, attirando turisti, creando occupazione e valorizzando il proprio straordinario patrimonio.