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San Lorenzello in festa per i cento anni della signora Luisa Loffredo

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La comunità di San Lorenzello in festa nei giorni scorsi per i 100 anni della signora Luisa Loffredo, conosciuta da tutti con il nome di Immacolata. Circondata dall’affetto dei suoi cari e dell’intero paese, la nonnina centenaria ha ricevuto una pergamena ricordo dal Comune guidato da Antimo Lavorgna: “Luisa – ha scritto il sindaco – è stata ed è una donna amata dalla sua famiglia e da tutti i laurentini, perché donna con coraggio semplice e forte allo stesso tempo. Un esempio per tutti che viene da molto lontano ma meravigliosamente attuale. Tutto ciò è stato l’elisir del suo traguardo”.
Nata a Secondigliano il primo gennaio 1925, la sua prima esperienza lavorativa fu all’età di 14 anni in una lavanderia di Poggioreale, dove si lavavano gli indumenti degli Americani, che occupavano il territorio nel periodo della guerra. Nella lavanderia Luisa ci lavora fino ai 19 anni, quando conosce l’amore della vita, Giovanni Guarino, un giovane militare proveniente da San Lorenzello. Nel dicembre 1946 convolano a nozze e si trasferiscono nel comune titernino, dove la loro famiglia cresce con l’arrivo di sei figli: Osvaldo, Carmelina, Cecilia, Nadia, Nicola e Gina. Nel dopoguerra, per motivi lavorativi, decidono di emigrare in cerca di fortuna a Koblenz, in Germania, dove restano fino al 1975. Rientrano nel Sannio, dove si dedicano alla produzione di taralli e prodotti tipici da forno, attività fiorente tramandata di generazione in generazione. Tutti ricordano con grande affetto anche il marito Giovanni e la sua passione per il Napoli che, nel periodo di Maradona, lo spingeva ogni domenica di campionato a seguire la partita da Monterbano e ad annunciare alla popolazione ogni gol con un colpo di mortaio.
Nel corso della sua lunga esistenza, la signora Luisa ‘Immacolata’ ha dovuto superare diversi momenti difficili e dolorosi, come la perdita prematura dei suoi figli maschi, ma la fede l’ha sempre sorretta, sostenuta, curata e amata dalla sua famiglia. Oggi è assistita amorevolmente dalle figlie Gina e Carmelina e dal genero Gennaro. Donna forte e coraggiosa, ha superato la guerra, anche quella epidemica, come il Covid, perché non poteva vaccinarsi.