CULTURA
Il prof. Spinelli all’inaugurazione della SFI sannita: Socrate, il dialogo e lo studente al centro della didattica
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Nasce a Benevento, con sede all’Università Giustino Fortunato, la sezione locale della Società Filosofica Italiana. L’inaugurazione si è tenuta nella sala dell’Antico Teatro a Palazzo Paolo V e ha visto l’intervento del professore Emidio Spinelli, presidente nazionale SFI, dal titolo ‘Il socratismo democratico di G. Calogero: radici storiche, snodi teorici, proposte didattiche’.
“Nel pensiero antico – ha spiegato Spinelli alla platea di docenti, esperti e studenti – si possono trovare spunti fecondi per l’oggi e per il domani. Alla base dell’intervento c’è la volontà di rendere centrale la forza dello sguardo dell’altro, necessaria a creare una disposizione all’ascolto, fondamento di nuove proposte didattiche.
Entrando nel vivo della questione, emerge, nel testo Lo scontro fra macrologia e brachilogia – Platone, Protagora, 335b-c (tr. F. Adorno) – così come in tutti i dialoghi giovanili di Platone, un Socrate che vive in una dimensione di totale aporia, una dimensione senza certezze, ma il cui unico interesse è il dialogare come bene assoluto.
Il Socrate di Platone attua un dialogare che è un interrotto dialogare ed è ciò che emerge da questo testo. Dialogare tra un io e un tu non significa che qualcuno dall’alto impone un sapere a qualcun altro – tipica posizione sofista – ma il dialogare significa accettare che l’altro ha esattamente gli stessi diritti e gli stessi doveri che noi pretendiamo per noi stessi.
Il colloquio filosofico investe, per Socrate, i grandi valori. Io devo spogliarmi dell’egoità per consentire all’altro lo stesso spazio che io concedo a me stesso. Anche nel testo Il bene sommo e l’unica vera vita degna di essere vissuta, tratto dall’Apologia di Socrate di Platone, Socrate afferma che tutta la sua vita è stata un discutere: noi non siamo soli al mondo, dobbiamo aprirci agli altri e considerarli dello stesso valore che attribuiamo a noi stessi.
Guido Calogero, filosofo e politico italiano, ha analizzato il Socrate di Platone e ne ha ricostruito le caratteristiche. In quanto politico, quel Socrate diventa, per Calogero, la base della sua filosofia politica. Ne La filosofia del dialogo, Calogero vede nella filosofia di Socrate una solenne professione di fede, un bene supremo, un perenne modello di comportamento, basato sul reciproco controllo del dialogare e del discutere. Questo modello socratico diventa, in Calogero, la dottrina dello spirito critico del dubbio liberale e dell’apertura, della tolleranza e del rispetto per la libertà di coscienza. Calogero usa Socrate per andare oltre la storicità stessa di Socrate. La comprensione dell’altro costituisce il primo fondamento di ogni vita morale e civile. Ma come si tiene degli altri e della loro volontà? Calogero afferma ascoltandoli, in quanto prima ancora che nella bocca, la democrazia risiede nelle orecchie.
La democrazia è in primo luogo colloquio, in quanto è lenta, faticosa, difficile e come tale si può imparare. Quindi la scuola democratica è necessaria per il raggiungimento del colloquio e l’unica vera didattica è quella in cui lo studente è al centro del lavoro e del dialogo. (Paola Di Domenico)