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Comune di Benevento

Città Spettacolo, protestano i locali del Centro Storico: “Piazza Vari ingiustamente penalizzata”

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Di seguito una nota a firma del “Comitato Locali Centro Storico” di Benevento. Nella nota si critica la scelta dell’organizzazione di Città Spettacolo- ufficializzata ieri – di spostare a piazza Roma gli eventi prima previsti in piazza Vari:

Siamo giunti ormai agli sgoccioli, l’estate è quasi finita e per coloro che lavorano nel commercio, o per lo meno quasi tutti, è il momento di tirare un sospiro di sollievo. Questa amarissima estate si è quasi conclusa, la città sarà costretta a ripopolarsi, e finalmente con alle porte la tanto agognata “Benevento città spettacolo” si potrà risanare il debito accumulato nei mesi scorsi. Dopo essere sopravvissuti a una delle estati peggiori mai registrate a Benevento, osservando con stupore e sgomento l’operato che è stato fatto dai comuni limitrofi (compresi anche paesini piccolissimi) capaci di far fronte all’affluenza di migliaia di persone che quotidianamente la visitavano, valorizzando ed esaltando i propri centri storici, Benevento non è stata in grado di mitigare ed affrontare una manifestazione che ormai è storica. Alla vigilia della manifestazione infatti, a soli 4 giorni dallo start, calendarizzato da diversi giorni, il comune insieme al direttivo di Benevento Città spettacolo, di punto in bianco, sposta gli eventi da Piazza Vari (manifestazione ormai diventata tradizione) a Piazza Roma.

Le risposte, tutt’altro che esaustive, pare siano relative a problemi di sicurezza e a un niet da parte del Questore di Benevento. La città non è nuova a questa manifestazione, considerando che non sono previsti per tali eventi affluenze superiori alle 10.000 persone, il rischio è medio e dunque secondo legge basta prevedere una differenziazione tra percorsi di accesso e quelli di deflusso e la chiusura di varchi in caso di maggiore afflusso, cosa che peraltro avviene da decenni in Piazza Vari. Per dirla tutta, non c’è differenza tra Piazza Vari, Piazza Roma, Piazza Santa Sofia, in termini di ordine pubblico i parametri sono identici. Magari avessimo eventi di tale portata da rientrare in fascia di rischio alto. L’amministrazione del comune di Avellino, ha investito e creduto nella sua realtà così tanto, da registrare quotidianamente 15.000 presenze medie (arrivando alcune giornate a 40.000 presenze), organizzando la sicurezza e l’ordine pubblico in poche settimane: “Va sottolineato che le settimane scorse hanno permesso di valutare, insieme al Prefetto, al Comandante dei Carabinieri, al Questore, al Comandante della Guardia di Finanza e ai Vigili del Fuoco, tutte le misure di sicurezza. Uno sforzo congiunto che ha contribuito a mettere a punto un piano di sicurezza solido e ben strutturato per il bene dell’economia della citta” queste le parole del sindaco di Avellino Gianluca Festa.

Nella nostra città, capoluogo di provincia, alla vista di 10 turisti vengono scritti articoli di giornale, mentre in previsione di un numero superiore a 10 presenze arrivino in tutta risposta divieti, restrizioni e secchi “no”. Dimenticate le ormai lontane estate in villa, gli eventi, il cinema all’aperto, la musica dal vivo, dimenticate “quattro notti e più”, dimentichiamoci l’allegria di una città vissuta. Accogliamo piuttusto una città che lentamente si sta spegnendo, portando alla luce sempre più chiaramente la volontà di distruggere il cuore di questa città, dilaniando il commercio di una parte di essa, ghettizzando i “vicoletti” del centro storico, e insieme ad essi i commercianti che vi operano divenuti i colpevoli di ogni cosa, anche quando sono tutti chiusi. Una città che si prefissa come obiettivo quella di diventare “turistica” che a fatica riesce a rispondere a piccole affluenze, non può rispondere con no, divieti e con un assordante silenzio. Una città turistica non parla di tradizionalismo radicato nello stare chiusi a ferragosto e a carnevale, non vieta manifestazioni ad Halloween, ma organizza con largo anticipo un programma serrato che valorizzi ogni angolo della propria città senza ghettizzare delle aree che per giunta, sono il cuore pulsante della città. Non serve sottolineare che questa poteva essere l’occasione per per rilanciare positivamente il centro storico, riportando le famiglie nei vicoletti della città. Anche questo un duro colpo, mancati incassi, spese affrontate in vista della manifestazione e altri debiti che si accumulano sulle nostre spalle; ora toccherà anche a noi dire di no, annullare gli ordini ai fornitori, mandare i ragazzi a casa, annullare quei piccoli eventi che autonomamente ognuno aveva deciso, nel suo piccolo di organizzare. Con amarezza, possiamo solo prendere atto la volontà politica di cancellare il centro storico: grazie a politiche di rilancio, oggi Scampia, i Quartieri Spagnoli, sono diventati quartieri di punta, Benevento è ferma ancora alla ghettizzazione degli anni 70. Forse bisognerà aspettare altri 40 anni per vedere un pò di luce, ma allora sarà sicuramente troppo tardi”.

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