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Un saluto speciale ad un tifoso giallorosso che non c’è più: arrivederci Giancarlo!

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Giancarlo Grasso se n’è andato senza preavviso. Una vita spesa per la famiglia: legatissimo ai suoi affetti, la moglie Maria Giovanna Beatrice e i figli Antonio e Giovanni, come pure ai fratelli, ai nipoti, ai cognati. I colori giallorossi come chiodo fisso. Era gentile Giancarlo, tifoso d’altri tempi. Animo nobile, vecchio stampo, sempre lontano dalle polemiche. Emotivo, sincero. Prima di esprimere un giudizio cercava sempre di capire. Non sopportava la critica a prescindere.

Il suo amore per la strega era contagioso. Rispettoso, non banale. Acuto osservatore, intuitivo. Bastavano poche parole per intendersi con Giancarlo. Chi mi conosce a fondo, sa che non amo parlare del Benevento fuori dal lavoro. Se posso e se riesco, evito. Ho bisogno di un distacco, per fortuna coltivo molteplici altri interessi.

Ma con Giancarlo era diverso. Quando ci incrociavamo, la sua mitezza, il suo approccio tenero e garbato, quello sguardo che trasudava curiosità, mi facevano sentire a mio agio. Perforava la mia corazza. Voleva andare a fondo alle cose, approfondire e conoscere. Gli piaceva ascoltare retroscena, faceva domande intelligenti. Non ha mai cercato colpevoli o puntato il dito contro qualcuno. Mai una parola fuori posto.

Qualche mese fa ci siamo visti alla cena di laurea di sua nipote. E ci siamo ritrovati a chiacchierare come spesso accadeva, su quell’unico argomento, in un’atmosfera gioviale e spensierata. Era amareggiato per la retrocessione, ma determinato a ripartire. Signore, con la S maiuscola. Papà esemplare, si vedeva da come, orgoglioso, guardava i figli.

Uomo dal cuore buono, innamoratissimo della sua dolce metà. Zio capace di trasmettere la passione per il calcio ai nipoti. Inguaribile romantico, sarebbe stato al suo posto allo stadio anche il prossimo anno, senza alcun dubbio. Quella maglia lui, a differenza di altri, non l’ha mai abbandonata. (Luigi Trusio)

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