Qualità della vita, Sannio 82esimo. Bene la sicurezza, ma è allarme lavoro e demografia

Il Sannio si piazza all’82esimo posto, scalando quattro posizioni, nell’edizione 2022 sulla “Qualità della vita” de ‘Il Sole 24 Ore’. La provincia di Benevento recupera rispetto all’anno scorso, quando era 86esima, ma avendo perso 7 posizioni sul 2020, è ancora indietro in relazione al periodo pre-covid. Come è noto, l’indagine fotografa il livello di benessere nei territori in base a 90 indicatori, di cui 40 aggiornati al 2022.

Il miglior indicatore riguarda l’Energia elettrica da fonti rinnovabili (Incidenza eolico, fotovoltaico, geotermico e idrico, in % su produzione lorda) che ci vede al primo posto in Italia. Il dato peggiore, come lo scorso anno, è legato invece al reddito medio da pensione di vecchiaia che si attesta sui 16.883 euro rispetto ad una media nazionale di quasi 19.500.

RICCHEZZA E CONSUMI – Rispetto al 2021 guadagniamo tre posizioni e siamo 87esimi. Le performance migliori si registrano sul peso dell’inflazione su energia, gas e prodotti combustibili che ci vede al quinto posto nazionale; siamo sul 19esimo gradino per quanto riguarda il settore immobiliare: nel Sannio incidono meno che in altri capoluoghi i canoni medi di locazione e lo spazio abitativo che misura i mq a disposizione delle famiglie. Si sprofonda, oltre la 100esima posizione, per la spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli, la percentuale di popolazione con crediti attivi e, come detto, il reddito medio da pensione di vecchiaia che è tra i più bassi d’Italia. Un dato quest’ultimo che merita una piccola riflessione: in un territorio in piena crisi demografica e con natalità sempre più bassa, appare evidente che pensioni minime indichino un sostanziale impoverimento della società composta, appunto, da molti pensionati.

AFFARI E LAVORO – Siamo 99esimi, scalando una posizione. Si tratta di un parametro che storicamente non è mai stato molto favorevole al Sannio. I dati più positivi riguardano le startup innovative (56esimo posto) e il numero di cessazioni di imprese (27esimo posto). Su quest’ultimo aspetto contano anche gli ultimi anni di crisi che hanno già visto chiudere le imprese meno solide del territorio, mentre quelle che hanno resistito alla burrasca pandemica sono ormai stabilizzate. A conferma di quanto detto, c’è il 101esimo posto (su 107) per le nuove iscrizioni alla Camera di Commercio. Dato sorprendente, invece, lo regala la 19esima piazza della imprenditorialità giovanile che sembra essere attiva nel nostro territorio. Tutto il resto si posiziona tra l’80esima e la 99esima piazza con il dato del tasso di occupazione che stagna come al solito intorno al gradino numero 90.

GIUSTIZIA E SICUREZZA – E’ il cavallo di battaglia del Sannio, ma che quest’anno ci vede perdere ben 13 posizioni. Siamo al 31esimo posto globale. Gli indicatori migliori sono l’indice di criminalità sul totale dei delitti denunciati che ci vede al quinto posto; e reati legati agli stupefacenti (spaccio, produzione, ecc.) che ci posizionano al settimo in Italia mentre i delitti informatici ci vedono al 15esimo posto. Tra i dati peggiori, invece, l’indice di litigiosità (73esimo posto), la quota di cause pendenti (70esimo), gli incendi (86esimo), durata media delle cause civili (73esimi) ed infine capacità di riscossione dei Comuni che si piazza al 103esimo posto.

DEMOGRAFIA E SOCIETA’ – Come per gli affari anche la demografia non sorride quasi mai al Sannio e, infatti, perdiamo 16posizoni e siamo 95esimi. Dallo studio emerge una popolazione residente che ha pochi anni di studio mentre il saldo migratorio totale cresce e ci porta al 104esimo posto. Anche l’immigrazione è decisamente bassa con una 96esima posizione a livello nazionale: stiamo parlando del 3% sulla popolazione residente. In un periodo post-pandemico e con medici in riduzione è positivo, invece, il dato dalla provincia di Benevento che ci vede al 31esimo gradino nazionale per la presenza di medici di famiglia. Tra le curiosità statistiche emerge anche un dato particolare: nel Sannio l’età media al parto è di 33 anni che ci porta al 94esimo posto nazionale. Una età avanzata, dunque, che riduce anche la possibilità di avere più figli nella stessa famiglia.

AMBIENTE E SERVIZI – Siamo 54esimi in totale guadagnando 34 posizioni. A trainare sono l’energia elettrica da fonti rinnovabili (1); Illuminazione pubblica sostenibile (22); Piste ciclabili (17). Malissimo, invece, ICityRank che misura quanto un territorio sia smart e che ci vede al 102esimo posto.  Ecosistema urbano che ci vede al 77esimo gradino, ma pesa la perenne mancanza del depuratore che, però, ci auguriamo sia colmata a breve. Dato statistico da segnalare il 99esimo posto per la presenza di Sportelli bancari: un dato che evidenzia un sostanziale allontanamento delle banche dal territorio; indica una scarsa attività economica che, però, si ripercuote sui servizi ai cittadini. La battaglia di Vitulano per mantenere il bancomat nel centro sannita chiarisce chiaramente le criticità all’orizzonte.

CULTURA E TEMPO LIBERO – Siamo 80esimi con 11 posizioni scalate. Il dato migliore lo restituiscono le librerie (numero ogni 100mila abitanti) con la 22esima piazza e Aziende agrituristiche che ci vede al 39esimo. Siamo a metà classifica per quasi tutto il resto: Ristoranti (incluse la ristorazione mobile), Verde urbano fruibile, Amministratori comunali con meno di 40 anni e Bar. Va peggio per offerta culturale e famiglie raggiunte dalla banda larga, che scendono intorno alla posizione 100.

‘L’eredità lasciata dal Covid e i primi segnali di recessione economica – spiega il quotidiano economico commentando la classifica – inizia a mordere sul territorio, soprattutto nel Mezzogiorno, allargando il divario con il resto del Paese. Affiorano i primi sintomi di una popolazione sotto shock per la corsa dei prezzi: le famiglie restano schiacciate sotto il peso di un’inflazione mai così alta dai primi anni Ottanta e il caro energia si abbatte su imprese e amministrazioni locali, in difficoltà nella gestione dei budget”.

Dalla classifica 2022, a livello nazionale, risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020.