Camera di Commercio tra giunta, vicepresidenza e rapporti di forza: quale futuro per le aree interne?

L’elezione di Pino Bruno alla guida della neonata Camera di Commercio Irpinia Sannio porta con sé strascichi polemici. Non è una novità, visto il percorso tortuoso con il quale si è giunti prima alla determinazione dei seggi e poi, dopo tre votazioni, alla scelta del presidente dell’Ente camerale delle aree interne della Campania.

È proprio sulla composizione della giunta che si gioca la nuova partita: non tanto per le associazioni, ma per regolare i rapporti di forza e di collaborazione tra Sannio e Irpinia.

I posti disponibili dovrebbero essere sette, più quello del presidente, e quattro sono da assegnare ai comparti di industria, commercio, artigianato e agricoltura.

I restanti sono liberi da categorie specifiche: lo statuto, però, non è stato ancora approvato e quindi manca l’ufficialità. Si vota con il sistema della doppia preferenza. In termini numerici, per ottenere un posto in giunta, al di là dei seggi assegnati alle categorie specifiche, ci vorranno almeno 10 voti, aprendo così un intenso confronto tra i due schieramenti. Ad ogni modo, è un tema che, con molta probabilità, verrà affrontato a settembre dopo un tavolo di confronto della coalizione vincente.

E la vicepresidenza? Anche questo è un tema spinoso che dovrà essere sciolto con molta cautela. Secondo gli accordi pre-elezione dovrebbe spettare al Sannio. Ma la vittoria di Bruno potrebbe mischiare le carte in maniera imprevedibile. Avendo già il presidente di Confindustria, un irpino, la vicepresidenza non potrà andare certamente ad un altro industriale sannita.

Non solo: le note di Oreste Vigorito e Piero Mastroberardino dimostrano che gli industriali beneventani non hanno sostenuto Bruno e quindi appare assai difficile che il numero due dell’ente camerale possa essere una persona che appartiene allo schieramento perdente. Un discorso che, dunque, si estenderebbe anche ad Anna Pezza, direttrice di Confindustria Benevento, e alla sannita Annarita De Blasio, esponente sannita della Cna che ha sostenuto la candidatura di Mastroberardino.

Tra i sostenitori ‘ufficiali’ di Bruno spuntano, invece, i nomi di Antonio Campese, ex presidente della Camera di Benevento e rappresentante Claai, e di Ignazio Catauro per Confcommercio Avellino, Unimpresa Avellino e Benevento e Casartigiani Avellino. Potrebbero essere i papabili ad un posto di prestigio nell’esecutivo.

Tornando alla composizione della giunta, invece, la distribuzione dei seggi dovrebbe restituire un quadro più chiaro di come si sono mosse le associazioni nella fase del voto del presidente. Un tema sottolineato anche da Mastroberardino nella sua nota: “Siamo dunque a questo, a un travaso di sostegni, dichiarati pubblicamente e sottoscritti, nel segreto dell’urna, all’ultimo minuto, verso uno schieramento che è andato alle urne senza presentare alcun progetto, aggregando forze eterogenee che fino a poche ore prima si dichiaravano incompatibili e si erano combattute brutalmente fino alle carte bollate”.

Sullo sfondo resta una profonda spaccatura tra Sannio e Irpinia che non è un bel segnale per il lavoro dell’ente unico. Un dato che si riscontra anche tra le posizioni delle due Confindustrie che sono giunte separate alle urne. Nonostante il messaggio distensivo di Bruno, che ha ringraziato i colleghi sanniti: un gesto che potrebbe essere letto come una necessità di partire col piede giusto, ricucire lo strappo e cooperare per lavorare insieme anche su altri terreni. Dopo tutto le politiche 2023 non sono così lontane e fanno gola a tanti. Sulla sponda sannita e su quella avellinese.