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‘Mio figlio adolescente vive sui social: rifiuta la vita reale, posta foto e insegue like. Cosa posso fare?’

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Gentile dottoressa,
Le scrivo per esporle un problema con mio figlio adolescente. Da quando ha ricevuto in regalo uno smartphone dopo aver superato l’esame di terza media, sono iniziati i miei mille pensieri sull’utilizzo di internet, app e social. Ammetto di essere un po’ arretrata con la tecnologia e con questo mondo di post e condivisioni (a stento ho un profilo Facebook per chattare con parenti all’estero), so poco o nulla di instagram e tik tok…Ho paura di perdere il controllo e il ruolo di guida nell’educazione di mio figlio, che trascorre tanto tempo nel virtuale, posta foto, storie, fa balletti, condivide con gli amici. Il più delle volte non so cosa condivida, se quello che fa coincida con i valori trasmessi da me e dal padre. Sono preoccupata che questo divertimento e questa socialità – per esempio, l’altro giorno commentava i like ricevuti dopo una foto allo specchio dove mostrava gli addominali – un giorno possa nuocere alla sua vita e a quello che vorrà fare. Ho provato anche a dare delle regole sull’utilizzo del telefono, ma credo che sapendo della mia ignoranza in materia, possa raggirarle facilmente. Ho anche sequestrato il telefono per qualche giorno, ma la situazione è degenerata: proprio come una dipendenza da droghe, ho dovuto restituirlo perché era diventato irascibile e intrattabile. Capisco che è una situazione che riguarda gran parte dei giovani di oggi, ma mi aiuti a normalizzare la sua vita, riportandola a quella reale: una serata al cinema, una partita a calcio, una pizza o un gelato con gli amici per fare quattro chiacchiere, una passeggiata in centro con la famiglia. A telefono spento, guardandosi in faccia, ridendo, scherzando e vivendo momenti reali e non attraverso foto. Mi aiuti a farlo uscire da quel meccanismo di rincorsa ai like e di vita social dove tutto appare bello, luminoso. Una vita di filtri, insomma.

Gentile signora,
alla base della dipendenza da social network, come dei comportamenti dipendenti in generale, c’è solitamente una personalità caratterizzata da insicurezza, fragilità e un basso livello di autostima, che impattano anche sulla sfera relazionale. Pertanto, spesso, le relazioni reali sono sostituite da quelle agite sui social network, che mediano il confronto reale con l’altro.

È del tutto evidente che i like su Facebook innescano nel nostro cervello una reazione simile a quella che si scatena quando si mangia una tavoletta di cioccolato o si vince una somma di denaro: l’approvazione sociale veicolata attraverso i social network provoca il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che stimola le aree legate alla gratificazione e quindi ci fa sentire bene, creando potenzialmente dipendenza. Per un adolescente è come se il proprio smartphone fosse una pompa di dopamina e quindi di sensazioni piacevoli sempre a portata di mano, con cui si stabilisce una relazione affettiva.

Spesso la dipendenza si associa ai disturbi di personalità che si manifestano proprio nel cercare qualcosa, nella fattispecie social network, o qualcuno a cui aggrapparsi costantemente.

In generale, come anche nel suo caso, i comportamenti che dovrebbero allarmare ruotano intorno a un interesse assoluto ed eccessivo per i social network a discapito di una sana apertura verso il contesto circostante, che comporta interazioni reali con gli amici, avere degli hobbies, partecipare ad attività sportive e ricreative.

Quando ci si rende conto che i propri figli passano ore sui social network, connettendosi da pc o da smartphone, o si svegliano la mattina con l’unico scopo di controllare le notifiche e novità dei social bisognerebbe iniziare a monitorare attentamente la situazione e fare particolare attenzione ai segni che possono rappresentare anche uno stato ansioso-depressivo. Infatti la continua esposizione ai social network favorisce l’insorgere di ansia sociale rispetto al giudizio degli altri e alle proprie prestazioni e uno stato depressivo indotto dal confronto con standard spesso irraggiungibili.

Vi è, inoltre, un altro aspetto molto importante, come sottolineato anche da lei, che è l’ossessione per la propria immagine social, che porta a voler apparire sempre perfetti e in forma smagliante. 

Chi soffre di bassa autostima, non si piace e non accetta il proprio corpo (atteggiamenti tipici in adolescenza), e messo a confronto con questi modelli, finisce per alimentare le proprie preoccupazioni e il proprio senso di inadeguatezza.

Il primo passo fondamentale, ma non sempre semplice, per cercare di far guarire dalla dipendenza dai social è far riconoscere al proprio figlio di avere un problema e che il suo non è un comportamento normale e sano ma eccessivo e patologico.

In secondo luogo, è necessario cercare di fargli ridurre le ore passate sullo smartphone o sul pc e sui social, sforzandosi di aiutarlo ad avere interazioni reali con gli altri, incoraggiandolo ad uscire con gli amici, a fare sport, partecipando ad attività ludiche che implichino una partecipazione reale e la presenza fisica.

Qualora tutto questo non bastasse, è necessario ricercare un aiuto specialistico mediante un percorso di terapia psicologica che permetta di individuare e modificare quelle convinzioni negative su di sé che sono alla base della dipendenza.

Cordialmente
Dott.ssa Teresa Ciarlo
Per un consulto o ulteriori info: terryciarlo@hotmail.com 
Cell. 3885723799

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