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“Da docente a burocrate, avrei dovuto ascoltare di più il disagio dei miei alunni in questi mesi difficili”

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“Gentile dottoressa,
approfitto di questi giorni di festa per scriverle e confidarmi. Sono una docente di un istituto scolastico di primo grado della provincia di Benevento. Il ritorno alla tanto agognata ‘normalità’ con le lezioni in presenza mi ha portato ad una riflessione. In tutti questi mesi di difficoltà e ancora oggi, i tira&molla della politica, i danni della DaD, l’assenza di socializzazione hanno creato tanti disagi al benessere psicologico dei nostri ragazzi. Anche io, in qualità di loro insegnante, mi sento in colpa per aver pensato solo a portare avanti il ‘programma’ tra mille pit stop e a valutarli per avere le ‘carte’ a posto. Non li ho ascoltati, non ho percepito il loro grido di allarme. Forse a causa dello stress e dei problemi quotidiani che toccano anche le vite di noi docenti. Purtroppo ho chiuso il canale dell’empatia e sono diventata ahimé una burocrate. Purtroppo, non mi sono voluta accorgere che i miei alunni si stavano spegnendo, che erano impauriti rispetto al futuro e avrebbero voluto parlare ed essere ascoltati. In questo anno scolastico travagliato, li ho trattati forse come ‘pratiche da smaltire’, non ascoltando silenzi carichi di angoscia e non capendo che dietro i loro compiti, talvolta mediocri, c’era l’apatia delle loro giornate senza più colori. A lei chiedo un consiglio: la scuola è cambiata, esattamente come la società nella quale viviamo. Non ci siamo dati noi tutti questi ruoli, di docente, genitore, psicologo, amico, ma ce li hanno imposti i tempi duri che viviamo, e le mille problematiche che si presentano in ogni classe. Grazie per la risposta che saprà darmi”.

Gentilissima docente,
grazie per lo spunto di riflessione. Con questa lettera lei ha fatto un dono a tutta la comunità educante, e non esagero. Le spiego il perché. Spesso ci viene in mente di recuperare o rimettere in sesto un sistema, di qualunque tipo, solo quando questo “fa acqua”, si creano falle o crepe, dopo errori di valutazione o scelte sbagliate, a volte rimediabili altre no. Succede anche, e soprattutto, nel contesto scolastico. La scuola è l’Istituzione educativa per eccellenza dopo la famiglia, un meccanismo burocratico complesso che accompagna l’evoluzione dell’essere umano fino alle maggiore età, si hanno tra le mani bambini e ragazzi oggi più che mai fragili e vulnerabili.

Di questi tempi, poi, alle tipiche crisi delle tappe evolutive, si sono aggiunti i molteplici problemi sociali degli ultimi anni. Se vogliamo aiutare i nostri ragazzi e le loro famiglie, dunque, dobbiamo necessariamente ascoltarli, concordo con lei, ma ancor più tecnicamente, la prevenzione primaria e secondaria sarebbe il segreto dell’efficacia e dell’efficienza di un qualsiasi sistema o servizio educativo di qualità. La burocrazia pubblica è uno dei più grandi limiti istituzionali del nostro Paese, non a caso lo Stato mette a disposizione delle scuole preziose risorse per alleggerire il personale dalle pratiche burocratico amministrative ma non sempre queste vengono sfruttate.

Tuttavia, dal punto di vista clinico, leggo un disagio celato dietro un disagio espresso, quello della colpa associata al cambiamento, seppur influenzato e condizionato dalle avversità stressanti legate alla società. Non mi soffermerei in questo momento sull’analisi di questi aspetti interni che potrebbe, se vorrà, approfondire in seguito privatamente, ma credo fermamente che l’unico modo per affrontare situazioni difficili, spesso mascherate, sia quello di chiedere aiuto e ricevere adeguato supporto psicologico.

Lo psicologo scolastico, interno od esterno all’Istituzione, in questo ed altri casi, potrebbe essere un valido aiuto per lei e tutto il personale scolastico, così come per i ragazzi. Anche se bisognerebbe differenziare gli ambiti di consulenza, sostegno e intervento. Come Psicologa esperta in età evolutiva credo che il miglior modo per prendersi cura dei nostri bambini e ragazzi sia quello di accompagnare chi si prende cura di loro attraverso un supporto psicologico, e/o psicoterapeutico, adeguato alle esigenze e ai bisogni della singola istituzione. E quando parlo di “cura” non parlo di formazione, aggiornamento, psicodiagnosi ed altre prassi fredde, seppur importanti, parlo di “ascolto attivo” della mente e del cuore dei professionisti.

Credo fermamente che il confronto costruttivo tra diverse professionalità sia fondamentale per costruire una buona rete educativa. Insieme, nel rispetto delle reciproche competenze, nella sinergia e nelle relazioni cordiali di colleganza si educano gli studenti anche alla collaborazione. I ragazzi e i bambini ci guardano, imitano e vengono modellati da noi.

Con stima e fiducia nel suo operato, la invito a considerare l’ipotesi di consultare uno specialista di sua fiducia, se la sua scuola ne è priva, inoltre, le proporrei di richiedere alla scuola un duplice sportello di ascolto, per il personale scolastico e per gli studenti. Auguri di una serena Pasqua trascorsa.

Dott.ssa Melania Catillo
Per un consulto o ulteriori info: email melaniacatillo@gmail.com
Telefono: 3201988263

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