PRIMO PIANO
L’ITI ‘Lucarelli’ protagonista anche a teatro con l’opera “Creativi DAD –Penelopiadi”

Ascolta la lettura dell'articolo
Vedere in scena i propri personaggi. Ascoltare gli attori recitare le battute e dare vita a storie che fino a poco tempo prima esistevano solo sulla carta. E’ la sensazione incredibile che gli alunni dell’ITI ‘Lucarelli’ di Benevento potranno vivere, tra settembre ed ottobre prossimi, grazie al concorso “Scrivere il Teatro” che i ragazzi dell’istituto del capoluogo hanno vinto con l’opera “Creativi DAD –Penelopiadi”.
Si tratta di un successo importante all’interno di un contest nazionale. Dal 2016 il Ministero dell’Istruzione e il Centro italiano dell’ITI – International Theatre Institute/UNESCO – invitano gli studenti di tutte le scuole statali a scrivere una breve opera teatrale originale per celebrare insieme in modo creativo la Giornata Mondiale del Teatro del 27 marzo.
Dal 29 settembre al 9 ottobre prossimi, i ragazzi – accompagnati da esperti del settore – lavoreranno per mettere in scena la loro opera teatrale. Lo faranno anche grazie al patrocinio del Comune di Benevento che ha messo a disposizione dei giovani drammaturghi il Teatro De Simone del capoluogo.
Il progetto prevede una residenza artistica full immersion di 10 giorni che porterà alla realizzazione della pièce dal vivo. Non solo: è prevista anche la creazione di un film documentario sull’esperienza della creazione artistica e la diffusione in differita streaming a tutte le scuole italiane.
Una bellissima esperienza, dunque, per i ragazzi sanniti che già hanno incassato gli elogi della giuria per l’originalità e la qualità del testo che “rivela – si legge nelle motivazioni del premio – una struttura drammaturgica interessante che attinge all’Odissea ma per reinventarla, attualizzarla, crea un nuovo immaginario che rimbalza dalla memoria omerica all’impatto immediato con la contemporaneità. Il testo monta un continuo va e viene da Itaca, non più luogo di arrivo ma di ripartenza. La ricerca umana non si conclude mai perché ‘cercarsi’ è una sublime finzione dell’esistenza”.