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Campetto di Capodimonte, intervengono scout e Libera

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“Il gruppo AGESCI Benevento 3, congiuntamente al coordinamento di LIBERA Benevento, in seguito a quanto dichiarato da Civico 22 sullo stato e l’iter del campetto del quartiere Capodimonte, spinti dal doveroso senso di lealtà, intendono esplicitare, al solo scopo di fornire un’informazione completa e veritiera, il percorso di osservazione, denuncia, informazione e cooperazione portato avanti in questi anni definiti “di silenzio”.
Evidenziando in premessa il fine ultimo che ci accomuna, e la condivisione indiscussa dei bisogni emersi, – scrivono in una nota – crediamo fermamente che, nel far emergere le problematiche di un territorio, non si possa prescindere da un’informazione scrupolosa e attenta del contesto coinvolto, con la cautela e l’umiltà di chi non può credere che le realtà preesistenti abbiano peccato di indifferenza o incapacità propositiva, tanto più se si fa della partecipazione attiva e della cooperazione civile un proprio punto di forza.
Adottando tale approccio si sarebbe scoperto che il gruppo AGESCI Benevento 3, insieme a LIBERA e il costante confronto con la parrocchia “S. Giuseppe Moscati”, già da qualche anno sta innescando processi atti al ripristino del campetto, in modo volutamente discreto e lento, proprio come avvengono le vere rivoluzioni. In quel “silenzio” si sta tutti insieme operosamente preparando il terreno per fare dell’affidamento del campetto: non il fine ma il mezzo per costruire senso di comunità, partecipazione attiva, occasione di lavoro, protagonismo civile. Soprattutto, aspetto per noi prioritario, facendo della discrezione una scelta consapevole e rispettosa verso il quartiere, evitando eventi plateali con effetto meteora, costretti a morire sul nascere perché “il terreno non era pronto” , poiché riteniamo che questo stile contribuisca solo a fomentare il senso di rabbia e delusione.
Un sipario chiuso non significa luci spente, ma uno spettacolo pronto a partire, dove i protagonisti devono essere gli abitanti, con cui costruire insieme, non per il quartiere ma con in quartiere. Allora, vogliamo raccontarvi questa storia a sipario chiuso, restituendovi il fermento e l’impegno del “dietro le quinte”, non solo perché è giusto, ma perché, e comprenderete la citazione, “è più bello insieme”.
Cosa è successo in questi anni di silenzio?
Nei primi anni gli scout fecero servizio proprio in quel campetto coinvolgendo i ragazzi del quartiere sottraendoli a tante devianze, attraverso lo sport e l’aggregazione. Nel 2015 la marcia della legalità, che ebbe lo scopo di accendere i riflettori sui luoghi abbandonati, a cui seguirono piccoli gesti concreti di riqualificazione. In seguito, la lunga e scrupolosa fase informativa, in collaborazione con le istituzioni preposte, che ci hanno aiutato a comprendere il reale stato giuridico del campetto, gli amici delle associazioni sportive con i quali abbiamo immaginato e focalizzato quale fosse il giusto iter di affidamento, il sostegno e il confronto con la nostra parrocchia. E poi la voce dei ragazzi. Sì, la loro voce, perché è stato un loro bisogno osservato e contemplato a farci comprendere l’urgenza dell’agire!
Tutto ciò senza mai sottrarsi all’irrinunciabile dovere morale della denuncia.
Elemento non secondario. A tal punto che il campetto – continuano nella nota – fu sottoposto a sequestro e successivamente dissequestrato perché bene pubblico e non di proprietà di Sparandeo. La nostra denuncia è stata sempre chiara ed inequivocabile, sempre mossa da intenzionalità educativa nel ritenere intollerabile che i ragazzi potessero pensare che quando c’era Sparandeo si poteva giocare ed ora che c’è lo Stato non è più possibile. Non ci siamo mai sottratti.
Prendiamo le distanze da ogni forma di competizione sociale, stigmatizziamo con fermezza questa dinamica.
Infatti sembra piuttosto chiaro che è lontana da noi l’ambizione di “arrivare primi”, non a caso abbiamo scelto di agire con silenzio e lentezza, e saremmo grati se, eventuali compagni di strada con la stessa destinazione, non viaggino come treni in corsa, ciechi e sordi al “già fatto” e “già detto”, ma osservino e ascoltino un popolo di passeggeri già in cammino. Con questi amichevoli sentimenti – concludono – auguriamo buona campagna elettorale a Civico 22″.