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Cives: recuperare rapporto con i fiumi per vita e attività cittadine

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Nella giornata di ieri, CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune, ha organizzato la quindicesima videoconferenza nell’ambito del ciclo di iniziative Cives in Dialogo, sul tema: “Tutela e sviluppo sostenibile attraverso il contratto di fiume”.

I lavori sono stati introdotti da Ettore Rossi, Coordinatore di Cives. A cui hanno fatto seguito gli interventi di Costantino Caturano, Presidente dell’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro e di Alessio Valente, Docente di Valutazione di Impatto Ambientale presso l’Università degli studi del Sannio.

“Abbiamo scelto questo tema – ha introdotto Ettore Rossi – anche perché la Settimana Sociale dei cattolici italiani prevista ad ottobre di quest’anno a Taranto avrà al centro proprio i temi dell’ambiente, del lavoro e del futuro. La riflessione di oggi sullo strumento del contratto di fiume, che per il nostro territorio rappresenta una buona pratica istituzionale e partecipativa, nasce anche per ragionare su quest’occasione che consente ai nostri territori di superare l’incuria dell’ambiente e di utilizzare risorse per cercare di migliorare la qualità non solo delle nostre acque ma di tutto il territorio tornando a far vivere le nostre realtà anche sotto il profilo sociale ed economico”.

Alessio Valente ha affermato: “La città di Benevento nasce proprio intorno ad un fiume, il Calore e al suo affluente il Sabato. Nel prosieguo però della sua storia perde il rapporto con essi, da cui in qualche modo era stata generata. Da qui emerge la necessità di recuperare questo rapporto, non solo perché esiste un’esigenza, ma anche perché intorno ad un fiume è indispensabile articolare la vita e le attività della città, immagino per l’agricoltura, per i trasporti, per l’energia. Ciò a vantaggio del fiume e della città. Così come è possibile promuovere parchi fluviali.

La situazione dei fiumi spesso non risulta ottimale, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Dunque per provare a valorizzare questa risorsa la Comunità Europea ha realizzato una serie di direttive che portavano a costruire uno sguardo diverso verso i fiumi. Così nasce il contratto di fiume: uno strumento di programmazione strategica e negoziata non per agire in termini di emergenza ma di prevenzione, con uno spirito volontaristico tendendo cioè a coinvolgere cittadini, associazioni, amministrazioni per immaginare in che modo tutelare il fiume, in che modo gestire la risorsa idrica sia in termini qualitativi che quantitativi ma anche in che modo salvaguardare il corso d’acqua. Tutto ciò deve avere il fine dello sviluppo locale dell’area dove scorre il fiume. Mettere insieme questi elementi vuol dire realizzare un piano con l’obiettivo di tutelare e proteggere un importante capitale naturale in un’ottica di sviluppo sostenibile e integrato. Con il contratto ci si può riappropriare del fiume e della sua storia. Tale strumento potrà aiutare anche rispetto al problema della mancanza di depuratori”.

“Le attività da sviluppare – ha aggiunto Valente – potranno essere le più varie, ma saranno tali se c’è un coinvolgimento efficace di chi vive la realtà intorno al fiume. Tali soggetti saranno coinvolti tramite lo stesso contratto che permetterà di far sentire come proprio il fiume stesso”.

Costantino Caturano, in seguito, è entrato nel merito del contratto di fiume del Basso Calore beneventano che vede l’Ente Parco regionale del Taburno Camposauro come ente attuatore dello stesso in quanto coordinatore della Cabina di regia: “La regione Campania a partire dalla legge regionale n. 5 del 2019 ha deciso di avviare una sperimentazione innovativa di cinque contratti di fiume tra i quali proprio quello del Basso Calore beneventano. Per quanto riguarda quest’ultimo siamo nella fase in cui abbiamo coinvolto tutti gli stakeholder del territorio compreso nel bacino del Calore che coinvolge, a vario titolo, circa venti comuni della nostra provincia. L’obiettivo che questo strumento si è dato è quello di mettere ordine, in un’ottica di strategia di sviluppo che ha al centro il miglioramento della qualità del corpo idrico, collegandolo in maniera orizzontale ad altre matrici come quella socio-economica, del turismo o ambientale. Intendiamo chiudere in queste settimane, insieme con gli uffici regionali, il documento strategico condiviso da tutti i comuni coinvolti, dagli enti e dagli organismi istituzionali diffusi, dalle associazioni di categoria per poi allargarsi al mondo dell’associazionismo. Una volta condiviso il documento, lo stesso verrà inviato a tutti i soggetti che hanno partecipato alla consultazione per l’approvazione definitiva che avverrà nell’assemblea del contratto di fiume. Dopo questa fase si redigerà il piano d’azione in cui saranno inseriti una serie di progetti che coinvolgeranno i comuni rientranti nel contratto. Tali progetti saranno finanziati dalla Regione Campania o andranno ad intercettare fondi europei. Ci siamo anche dati l’obiettivo di rendere l’area interessata dal contratto di fiume Zona Economica Speciale. Non si tratta di un libro dei sogni, anche perché vi è una forte spinta della Regione”.

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