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UsAcli, lettera di Pepe alle istituzioni in difesa dello sport amatoriale

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“Una crescente difficoltà che le misure restrittive messe in campo dalle istituzioni Nazionali, Regionali e Comunali  stanno creando a tutto il mondo dello sport e del tempo libero”. La manifesta Alessandro Pepe, presidente dell’UsAcli Benevento, in una missiva inviata alle istituzioni.

“Un mondo sempre più abbandonato a sé senza una prospettiva in termini di sostegno alla prosecuzione delle attività, ad un sussidio alla proseguimento della vita quotidiana, ad un ammortizzatore per la futura ripartenza delle proprie attività.

Oggi – aggiunge nella lettera – si continua con una violenza psicologica a imporre un lockdown naturale costringendo le persone a restare in casa per la paura di un contagio che sino a tre mesi fa dalle stesse persone che oggi minacciano ritorsioni e invocano l’invio dell’Esercito era sottovalutato permettendo movimenti da e verso l’estero o consentendo lo svolgimento di libere elezioni senza minimamente pensare a quello che potesse poi accadere, e che di fatto è accaduto.

Il popolo dello sport amatoriale e del tempo libero grazie a questo atteggiamento repressivo dei rappresentanti deputati, ne sta in sostanza pagando il conto con un calo del 70% dell’affluenza verso le proprie strutture e quindi di fatto condannate al fallimento, cosa che in un qualsiasi normale Paese, anche di fronte ad una pandemia, non sarebbe mai accaduto. Ora – prosegue Pepe – è il momento di guardarsi negli occhi e comportarsi da uomini, la Costituzione Italiana tutela il diritto alla Salute, attenzione tutela il diritto alla Salute, ma non vi è scritto da nessuna parte che per tutelare tale diritto si possono usare metodi coercitivi e lesivi di altri diritti, come il diritto al lavoro e come il diritto alla propria libertà.

Non ci fermeremo, se non avremo le adeguate garanzie per il popolo dello sport amatoriale e del tempo libero, attueremo delle forme di disobbedienza civile se non ci verranno destinati ammortizzatori sociali confacienti alle esigenze che tutto l’indotto ha, con il ristoro delle spese che nel frattempo avanzano e con il recupero di quanto sino ad ora perso da parte di tutti gli operatori del mondo sportivo, al fine di evitare conseguenze gravi e drammatiche.

Le rivoluzioni più grandi partono dalla necessità del popolo di sfamarsi e continuano dietro la intimidazione della lesione alla propria libertà, gli ingredienti al momento ci sono tutti, dobbiamo evitare a tutti i costi che ciò accada.

Abbiamo creato e monitorato delle linee guida molto severe che anche al controllo dei NAS hanno superato a pieno titolo le verifiche anche i più astringenti quindi dimostrando di fatto che seguendo i nostri metodi il contagio può essere controllato senza per forza dover chiudere tutto.

Lo sport amatoriale non ha nulla di meno dello sport professionistico che invece continua la propria attività senza subire alcuna limitazione, per la paura di ritorsioni milionarie da subire.

Pregiatissime Eccellenze – conclude Pepe – chiediamo che lo Stato, la Regione, la Provincia ed il Comune da subito, smettano di fare divulgazioni e sovversione psicologica e comincino seriamente a sedersi ad un tavolo per porre in essere misure concrete di contrasto alla povertà che sta derivando da scelte nefande da parte di qualcuno. Abbiamo sempre svolto la nostra parte in maniera concreta, silenziosa e diligente, chiediamo che anche loro facciano altrettanto, avremmo il piacere di essere ricevuti per poter di fatto partecipare ad un tavolo che per una volta non sia composto esclusivamente da luminari che siedono dietro una scrivania ma anche da chi vive in strada ed ha il polso della situazione attuale”.

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