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ENTI

Manutenzione degli alvei fluviali: la Provincia mobilita 50 milioni

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Via libera alla manutenzione degli alvei dei corsi d’acqua sul territorio provinciale. Il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, ha recepito la relazione del Responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’Ente, Angelo Giordano, per la messa in sicurezza delle aree spondiali.

Il provvedimento adottato da Di Maria mobilita 50 milioni di euro per 31 diversi interventi lungo i fiumi Sabato, Calore, Tammaro e Fortore.

L’operazione risponde a diverse finalità e su tutte: la difesa del territorio al più ampio raggio, le risposte concrete sul piano economico alla crisi in atto e la apertura massima di dialogo con gli operatori economici.

Gli interventi di messa in sicurezza delle aree spondiali troveranno sostegno economico nella valorizzazione del materiale litoideo che verrà rimosso dopo un accumulo incontrollato di anni nei corsi d’acqua.

Proprio questo materiale costituisce una causa di grave e persistente criticità per il territorio: paradossalmente, infatti, la Legge Galasso del 1985, limitando fortemente i prelievi di materiali nei fiumi al fine di tutelarli, ha reso gli stessi potenziali assi di distruzione del territorio.

In caso di precipitazioni atmosferiche eccezionali, infatti, il normale deflusso delle acque viene ostacolato o impedito proprio dall’accumulo di anni di materiali litoidei, creando così pericoli per le cose e le persone.

Le alluvioni recenti, in particolare quella dell’ottobre 2015, hanno dimostrato quanto possa essere amplificata la capacità distruttiva di una cosiddetta “bomba d’acqua” che scarica al suolo decine e decine di millimetri pioggia in poche ore.

Da queste premesse, ed anche in considerazione della quasi totale rarefazione delle risorse finanziarie destinate alla tutela dei corsi d’acqua affidati dalle Province (in realtà si tratta di somme risibili rispetto alle esigenze di tutela di tante decine di chilometri di sponde), il Presidente Di Maria ha voluto dare corso a strumenti innovativi d’intervento: «Abbiamo il dovere di difendere le popolazioni e le coltivazioni rivierasche» – ha dichiarato il presidente della Provincia: «ma, non avendo le risorse sufficienti, abbiamo individuato oltre 30 aree di grave criticità lungo i fiumi del Sannio ove è possibile intervenire senza ulteriori indugi nel quadro di una condivisione sinergica con gli Enti pubblici preposti al governo del territorio».

Quando si abbatte un alluvione su un’area ristretta i danni sono spesso incalcolabili e le risorse tradizionali disponibili non sempre possono coprire le spese: «da questa considerazione abbiamo, dunque, maturato una strategia d’intervento che è finalizzata innanzitutto alla tutela il territorio, alla gente che vi risiede ed alle produzioni insediate» – ha aggiunto Di Maria. «In un momento nel quale l’economia riavvia le proprie attività e le Imprese si rimettono al lavoro dopo il “lockdown”, la modalità di sostegno agli interventi programmati attraverso l’utilizzo di quote di patrimonio si presenta come soluzione necessitata per rispondere alla esigenza di mettere in sicurezza le sponde fluviali con l’effetto di dare significativo impulso alla macchina produttiva locale. Del resto, conquistare una maggiore sicurezza lungo i corsi d’acqua e nelle aree rivierasche significa anche favorire la tutela dell’ambiente e la rinascita del turismo con la valorizzazione di tutte le attività connesse, per quanto riguarda il Sannio, all’enogastronomia ed alla riscoperta dei piccoli borghi».

Tra i principali punti in cui verrà effettuato il recupero e la messa in sicurezza del territorio rivierasco, il presidente della Provincia Di Maria ha segnalato in modo particolare due aree del capoluogo, purtroppo tristemente balzate agli onori della cronaca in occasione appunto della catastrofe alluvionale de 2015: ovvero, le località Ponticelli, sommersa dalle acque del Calore, e la località Pantano, alla confluenza del fiume principale con l’affluente Sabato.

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