POLITICA
Operazione ‘Par Condicio’, le considerazioni di Potere al Popolo
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“Mentre ciascuno di noi sta cercando di riprendere in mano la propria vita, il proprio lavoro e le proprie relazioni in un contesto ancora più difficile di prima, un’altra inchiesta scuote e fa parlare il Sannio. La Procura di Benevento, nell’ambito dell’Operazione “Par Condicio”, ipotizza i reati di corruzione e violazione del segreto d’ufficio, in relazione ai concorsi delle forze dell’ordine, a carico di circa 118 indagati; tra questi figurano un funzionario del Ministero dell’Interno, un vigile del fuoco in pensione ed uno in servizio. È evidente che, allo stato attuale, commentare la vicenda nel merito sia poco utile: siamo nella fase delle indagini preliminari, l’accertamento della responsabilità dei soggetti coinvolti è ancora lontano, e di certo ne riparleremo più avanti”. Lo scrive in una nota Potere al Popolo Sannio.
“Cosa si può dire allora – spiega -, di questo ennesimo, poco rassicurante, squarcio di cronaca locale? L’età e la provenienza di buona parte delle persone coinvolte parla da sola: tanti giovani tra i 20 e i 30 anni, di Benevento e di ogni parte della provincia, dal Fortore alla Valle Caudina. Tutti avvicinatisi, a vario titolo, ai concorsi pubblici. Ognuno, sicuramente, con una sua storia, un suo percorso, un suo sogno. Un cammino che poi ti costringe a deviare e ad accorciare le distanze, perché il tuo territorio offre poco o nulla, e non ti garantisce nemmeno la mobilità, figurarsi un’occupazione. Ed allora cosa rimane da fare? O emigrare, cercando di costruire il proprio futuro altrove, tra lavoro precario ed affitti esorbitanti e criminali. Oppure, per l’appunto, i concorsi pubblici. E qui, molto spesso, ad attenderti al varco ci sono i “conoscenti”, gli “amici” tuoi o della tua famiglia, quelli che occupano cariche pubbliche, quelli che “chiamami e vediamo di sistemarti”.
A una modica cifra – tra i 15.000,00 e i 20.000,00 euro a candidato –, ampia tanto quanto il margine di agibilità di chi può permettersi di speculare sui bisogni, sulla sofferenza, sul senso di inadeguatezza e frustrazione che ci hanno insegnato a sanare attraverso il reddito, in una prospettiva occupazionale fissa che, all’occorrenza e alla bisogna, diventa “smart”, “flessibile”, “occasionale” – sottolinea la nota -. Ancora una volta, il lavoro come privilegio, come bene ottriato, o come merce di scambio. Chiunque, nel corpo politico o istituzionale, basi la propria posizione di potere sulla speculazione ai danni di chi resta qui, a resistere e combattere quotidianamente contro la prospettiva della disoccupazione e dell’incertezza, è un nostro avversario dichiarato.
Consapevoli che la magistratura locale dovrà fare il suo corso – conclude -, ci auguriamo che “Par Condicio” non diventi una nuova inchiesta destinata a cadere nel vuoto; come soggetto politico, porteremo avanti il dibattito e le istanze, in ogni sede possibile, sull’emigrazione, l’abbandono dei territori e sulla costruzione del futuro a Sud”.