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Benevento, Libera e magistrati insieme per ricordare la strage di Capaci

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Oggi  il 28esimo anniversario dell’attentato mafioso di Capaci costato la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta Antonio Montinari, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Nel rispetto delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria in corso, su iniziativa dell’Associazione Libera,  si è svolta presso il Tribunale e la Questura di Benevento  una breve commemorazione delle vittime delle stragi mafiose per mantenere vivo il ricordo di uomini dello Stato che hanno sacrificato la vita per la collettività.

Da Libera e dal suo coordinatore Michele Martino il messaggio semplice per riscoprire la forza di essere: “Capaci ” di non dimenticare, “Capaci” di amare, “Capaci” di raccontare, “Capaci” di impegnarci e fare la nostra parte, “Capaci” di essere attenti e “Capaci ” di esserci……sempre.

“La strage di Capaci come quella di Via d’Amelio – scrive Assunta Tillo, presidente dell’ANM – Sottosezione di Benevento – è una ferita per la nostra Repubblica che non potrà essere sanata e di cui dobbiamo tenacemente tenere vivo il ricordo per non disperdere il patrimonio professionale e umano dei colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il nostro Paese, nella lotta alla mafia, ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane, di donne e uomini delle istituzioni e delle forze dell’ordine; pensiamo anche ai 27 magistrati uccisi, alle 27 ‘rose spezzate’.

Per ogni magistrato è un enorme privilegio poter dire ‘sono un collega di Falcone e Borsellino’, poter indossare la loro stessa toga. 

Fare memoria commemorativa tuttavia – prosegue nella nota – non basta ma occorre che al ricordo si aggiunga una riflessione e chiederci quale sia l’eredità che ci hanno lasciato. Sicuramente il modello di Magistrato dagli stessi incarnato con naturalezza, di cui intendiamo fare professione quotidiana.

Quel fervore, quel senso etico e del dovere, quel rifiuto intransigente del compromesso, quel naturale culto della legalità, difesa anche a rischio della morte accettato con titanica consapevolezza, siano e continuino ad essere i valori che guidano e guideranno il magistrato di oggi e di domani.

Del resto, noi veniamo giudicati sulla base non della bellezza delle nostre parole ma della coerenza dei nostri comportamenti e Falcone e Borsellino ci hanno lasciato l’esempio di una vita sobria, di una legalità vissuta nell’impegno quotidiano e sofferto, praticato e non declamato, in un tempo difficile, a fronte di una mafia violenta, che colpì magistrati, forze dell’ordine, politici, avvocati, sindacalisti, giornalisti, persone con ruoli diversi ma unite nel valore della legge e del bene comune.

È una grande responsabilità – conclude Tillo – che grava su tutti noi perché, come diceva Paolo Borsellino riferendosi a Giovanni Falcone, abbiamo un grande debito che dobbiamo pagare continuando gioiosamente la loro opera, testimoniando i valori in cui crediamo, dentro e fuori  le aule di giustizia”.

IL MESSAGGIO DI DI MARIA – Antonio Di Maria, presidente della Provincia di Benevento, ha inviato un messaggio al Presidente del Tribunale ed al Procuratore della Repubblica di Benevento. Di Maria ha sottolineato che quei Caduti; che il Magistrato Paolo Borsellino e gli altri cinque Servitori dello Stato, periti alcuni giorni più tardi di quello stesso 1992 a Palermo, in un’altra strage di mafia; che tutti gli altri Uomini delle Istituzioni, della società civile, del giornalismo, massacrati dalla stessa mano criminale, hanno suscitato, infine, un moto di rivolta nazionale contro la barbarie e la protervia di Cosa Nostra e delle altre organizzazioni mafiose di questo Paese. Il ricordo del loro sacrificio, ha concluso Di Maria, resta forte e potente in tutti gli italiani e le italiane di buona volontà.

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