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Benevento, lettera-dossier a Mastella e alle istituzioni: “Riaprire il corso alle bici”

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Il Comitato Cittadini in Bicicletta di Benevento, attraverso il rappresentante Alessio Fragnito, è intervenuto nuovamente sulla questione mobilità sostenibile e riapertura del corso Garibaldi alle bici. Lo ha fatto con una nota inviata al Comune, alle forze dell’ordine e ai ministri all’Ambiente e a i Trasporti.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega Fragnito -, di fronte all’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, ha raccomandato ai governi locali e nazionali di favorire e incentivare l’utilizzo della bicicletta in quanto garantisce il distanziamento sociale, contribuisce all’attività fisica in un periodo in cui questa è fortemente limitata dalle restrizioni e, non producendo emissioni, si rivela utile per combattere la presenza di particolato atmosferico (PM2,5 e PM10) che oltre ad essere responsabile di numerose morte premature, è anche un ottimo veicolo di proliferazione del virus, come dimostrato da circa 23 ricerche diverse nelle ultime settimane.

In tutte le maggiori città del pianeta – prosegue – i Comuni hanno dato vita a piste ciclabili di emergenza, sottraendo spazio alle automobili, ovvero ricavando corsie ciclabili dalle strade dedicate al traffico automobilistico anche perchè in tutte le nazioni del mondo, la bicicletta viene vista coma una soluzione al problema degli spostamenti urbani durante l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. Non solo: al fine di incentivare la mobilità sostenibile il Governo ha emanato un provvedimento di natura economica che consentirà agli italiani di poter acquistare nuove biciclette con un cospicuo contributo statale, per cui si prevede un aumento dell’uso dellla bici nella nostra città, ma il principale ostacolo all’uso della bicicletta nella città di Benevento è la criminalizzazione di chi ne fa uso che è stata portata avanti negli ultimi 4 anni dalla attuale amministrazione, i cui principali esponenti hanno più volte, pubblicamente, accusato chi usa la bici di spacciare la droga e di essere un delinquente. Tale opera di criminalizzazione dell’uso della bici, portata avanti dalla attuale amministrazione con il determinante supporto delle forze dell’ordine, si è concretizzata anche con la realizzazione di posti di blocco finalizzati alla confisca delle biciclette che venivano utilizzate dai cittadini di Benevento come mezzo di trasporto.

Il sindaco di Benevento – sottolinea Fragnito – ha emesso una ordinanza sindacale in cui istituiva il divieto di transito alle biciclette in una area pedonale nella quale però il medesimo sindaco autorizza sistematicamente il transito e la sosta di veicoli a motore, in spregio non solo all’articolo 3 del Codice della Strada ma anche alla sua stessa ordinanza. Inoltre, l’atto di Palazzo Mosti, in allegato, è sprovvista di motivazioni per cui non specifica quali siano “i casi particolari” che lo hanno indotto a vietare l’uso della bici in una area pedonale e contestualmente ad autorizzare il transito e la sosta di veicoli a motore nella medesima area – che attualmente in tutto il territorio nazionale sono vietati gli assembramenti per cui o ciclisti non possono diventare di pericolo e di intralcio ai pedoni dato che i pedoni non possono assembrarsi nelle aree pedonali per cui non vi sono impedimenti o pericolo reali per gli stessi che potrebbero derivare dall’uso di una bicicletta all’interno di un’area pedonale – che circa 4 anni fa il Comitato Cittadini in Bicicletta di Benevento raccolse oltre mille firme di cittadini che chiedevano di limitare il divieto di transito alle biciclette nell’area pedonale dalle ore 18 alle ore 24 delle giornate festive e prefestive. La petizione è stata presentata al Prefetto, al Sindaco, all’assessore alla mobilità senza mai avere nessun tipo di risposta da parte di nessuno di tali soggetti.

Spesso le forze dell’ordine – attacca il Comitato – transitano nell’area pedonale di Corso Garibali a Benevento alla guida di automobili, senza che siano in servizio urgente di emergenza, e quindi violando in tal modo l’articolo 3 del codice della strada e che la città di Benevento risulta essere una delle città più inquinate d’Italia, per via dell’alto numero di sforamenti per la concentrazione di polveri sottili e particolato atmosferico, per cui una volta al mese l’attuale amministrazione delibera la chiusura di parte della città al traffico automobilistico, riconoscendo in tal modo che il traffico automobilistico è la principale fonte di inquinamento in un contesto urbano. Le automobili sono la principale causa di morte non naturale in tutto il mondo e che un eccessivo uso delle automobili private sottrae spazio alle attività umane e alle persone fisiche.

Per questo – sottolinea Fragnito – chiediamo al sindaco del Comune di Benevento di rimuovere tempestivamente il cartello di divieto di transito alle biciclette all’interno dell’area pedonale di Corso Garibaldi e di ritirare l’ordinanza di imposizione del divieto; di invitare il Comando dei Vigili Urbani a rispettare il Codice della Strada e di utilizzare per il proprio transito all’interno dell’area pedonale di Corso Garibaldi le due biciclette elettriche che furono acquistate dal Comune di Benevento proprio per consentire ai vigili urbani di rispettare le leggi in vigore in Italia – di nominare tempestivamente il Mobility Manager del Comune al fine di intraprendere una sera politica di mobilità sostenibile, – di chiedere pubblicamente scusa ai ciclisti e di affermare con una nota stampa che chi usa la bici non lo fa per spacciare la droga ma perché è un suo diritto, sancito dalla Costituzione Italiana, e che non sono le biciclette ad essere pericolose ma le automobili, le quali provocano milioni di morti ogni anno su scala mondiale.

Al Comandante dei Vigili Urbani – scrivono i cittadino – chiediamo di far rispettare il Codice della Strada ai propri sottoposti inducendoli a percorrere l’area pedonale di Corso Garibaldi in sella alle biciclette elettriche in loro dotazione o a piedi o con altri veicoli che siano “assimilabili ai velocipedi” mentre al Questore di Benevento e al Comando dei carabinieri di far rispettare ai propri sottoposti l’articolo 3 del Codide della Strada e quindi di far circolare i suoi sottoposti nell’area pedonale di Corso Garibaldi solo ed esclusivamente in sella alle bici elettriche in loro dotazione o a piedi o con veicoli che siano assimilabili ai velocipedi.

Al Ministro dell’Ambiente e al Ministero dei Traporti, infine, di indagare per quale motivo nella città di Benevento, negli ultimi 4 anni l’uso della bicicletta sia stato criminalizzato, per quale motivo il comando dei vigili urbani consideri le biciclette dei veicoli pericolosi e inquinanti, dato che le multe elevate dai vigili urbani nei confronti di chi usa la bici sono state fatte in base all’articolo 7 che definisce la possibilità di un sindaco di chiudere una strada al traffico veicolare “per comprovate esigenze di prevenzione degli inquinamenti” e di indagare su che fine abbiano fatto le 25 biciclette fornite dal Ministero dell’Ambiente al Comune di Benevento per incentivare l’uso della bici in città.

L’amministrazione comunale – conclude -, se davvero vuole parlare di mobilità sostenibile deve assolutamente trasformare il Corso Garibaldi in una vera e propria area pedonale e soprattutto deve concepire quell’area come direttrice strategica per gli spostamenti principali dei cittadini. La riapertura del Corso alle biciclette, unita ad una seria politica di disincentivo all’uso dell’automobile privata, renderebbe di nuovo l’area pedonale di Corso Garibaldi una strada percorsa dai cittadini in tutta la settimana, mentre oggi è soltanto l’area di passeggio dei cittadini il sabato e la domenica sera”.

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