CULTURA
Il maestro Bosso è morto. Grazie Ezio per averci emozionato e donato la tua musica
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Non potrà soddisfare la sua voglia di tornare a Benevento Ezio Bosso. Quel desiderio alimentato dalla bellezza che aveva visto della città e dall’affetto che la popolazione gli stava mostrando in quei giorni di luglio, prima del suo concerto al Teatro Romano con l’Orchestra Filarmonica di Benevento che aveva definito “rappresentanza dell’Italia migliore che sa cambiare il proprio destino e quello di un territorio”.
Ce lo aveva comunicato durante un’intervista l’estate scorsa in occasione della conferenza stampa dell’evento finale del BCT.
La sua malattia neurodegenerativa lo ha portato via stanotte a 48 anni: di lui rimarranno per sempre le qualità umane, la sensibilità, l’umiltà, la totale compenetrazione con la musica, che ha sempre definito “la cura massima della società e la nostra vera terapia senza controindicazioni”, la sua stessa vita”, gli insegnamenti su quanto il corpo, di cui Bosso preferiva non parlare, non rappresenta affatto un limite e che in tutte le condizioni possibili può trasformarsi in un eccezionale strumento per comunicare quanto si ha dentro: il suo sorriso, i suoi occhi, il suo sguardo trasmettevano tutto ciò che le parole non avrebbero potuto e contemplavano la pienezza che la sua musica gli donava.
Noi lo vogliamo immaginare cullato dagli alberi a cui il compositore, pianista e direttore d’orchestra, ha dedicato la sinfonia “Sotto la voce degli alberi”, con cui ha aperto il concerto a Benevento, “quegli alberi che ci danno ossigeno e appartenenza, da curare e da proteggere – ci disse – proprio come deve essere fatto con un’orchestra. ”