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Ospedali di Comunità, la lettera di Ceniccola al direttore dell’Asl

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Egregio Dott. Volpe,
45 giorni orsono, in occasione della videoconferenza svoltasi presso il Distretto Sanitario di Telese Terme, Lei ha chiesto ai rappresentanti del Medici convenzionati per assistenza primaria di presentare, entro 24 ore, una proposta operativa per la gestione dell’Ospedale di Comunità (dotato di 16 posti letto) già pronto per essere attivato presso l’ex ospedale di Cerreto Sannita.

Il sottoscritto, in qualità di componente dell’UCAD del Distretto di Telese Terme e Coordinatore dell’AFT di Guardia Sanframondi (comprendente anche i comuni di Cerreto Sannita, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, Castelvenere, Cusano Mutri, Pietraroja, San Lorenzello, Faicchio), ha protocollato, in data 19 marzo 2020, una “Proposta gestionale per Ospedale di Comunità in SPS Cerreto Sannita ASL BN” che, a tutt’oggi, non ha ricevuto alcun riscontro.

Scrivo solo per rispetto dei cittadini e dei lettori, che devono avere argomentazioni e dati per un’informazione corretta. In sintesi, l’ASL di Benevento ha speso più di 2 milioni di euro (circa 4 miliardi di vecchie lire) ricevuti dalla Giunta Regionale della Campania presieduta dall’On. Stefano Caldoro per ridare “nuova vita” agli spazi dell’ex ospedale di Cerreto Sannita dopo la decisione del Governatore Antonio Bassolino di dismetterlo per farlo confluire nel nuovo Presidio Ospedaliero  “S. Alfonso Maria de’ Liguori” ubicato in S. Agata de Goti (vedi Decreto Commissario Ad Acta n.49 del 27/9/2010 – Rete ospedaliera e territoriale) e, in particolare, per dare concretezza al Piano Attuativo che ha trasformato il P.O. di Cerreto Sannita in una SPS (Struttura Polispecialistica della Salute) costituita dai seguenti servizi sanitari: UCCP (Unità Complessa delle Cure Primarie) al Piano Terra/rialzato; Ospedale di Comunità per n.16 posti letto al Piano Primo (da realizzarsi nei locali già destinati alla Ortopedia); Percorso protetto alla maternità al Piano Primo (da realizzarsi in parte dei locali già occupati dalla Chirurgia Generale); Hospice per n.7 posti letto al Piano Secondo.

A questo punto, una domanda nasce spontanea: il management dell’ASL di Benevento, dopo aver speso questa montagna di denaro (e con molto ritardo sui tempi previsti: nel Piano si parla di attivazione entro il 27/03/2012 dell’Ospedale di Comunità di Cerreto Sannita), può fermare un procedimento amministrativo-gestionale iniziato ben 10 anni orsono ed oggi ferocemente contrastato  da qualche novello Masaniello in salsa beneventana?

A mio avviso, sarebbe un vero insulto al buon senso e qualcuno potrebbe essere chiamato a darne conto, non solo alla giustizia divina. La storia infinita dell’ospedale di Cerreto Sannita e/o di S Bartolomeo in Galdo rappresentano l’emblema di quello che potremmo definire il malcostume amministrativo (oltre allo sperpero del denaro pubblico) che ha caratterizzato una classe politica incapace di guardare più lontano della prossima scadenza elettorale e che ha saputo suscitare solo attese messianiche nei cittadini.

Infine, mi auguro che il processo di riorganizzazione e riconversione del sistema sanitario che, oggi, è una necessità per rispondere alla nuova, prepotente domanda di salute legata alla pandemia  provocata dal Covid-19 non si fermi a Cerreto Sannita ( a tal proposito, vale la pena ricordare che il Piano Terzo e Quarto dell’ex ospedale “Maria delle Grazie” sono ancora in attesa di una … destinazione) bensì investa l’intera regione Campania al fine di  costruire sul territorio una rete di assistenza adeguata a servizio del cittadino  e non delle segreterie partitiche che molto spesso in questa nostra provincia hanno ispirato una “gestione discrezionale” che ha sacrificato la competenza sull’altare dell’appartenenza politica e/o familiare (chi scrive l’ha sperimentato sulla propria pelle).

Senza dimenticare che l’ex nosocomio di Cerreto Sannita è dotato anche di una piazzola  per l’elisoccorso che può essere completata in tempi brevi e con una spesa di poche decine di euro avendo il Comune già provveduto a rimuovere i cavi elettrici aerei che costituivano un ostacolo nella direttrice di atterraggio e decollo”. (Amedeo Ceniccola, ex sindaco di Guardia Sanframondi)

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