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Maggiore attenzione ai ‘Piccoli Comuni’: anche Cerreto Sannita in prima linea

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“Un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro per gli affari regionali e le autonomie, affinchè la legge sui “Piccoli Comuni” venga integrata con seri e concreti provvedimenti di sostegno economico e con una progettualità strategica di lungo periodo per i nostri territori. Tra i comuni che appoggiano l’iniziativa dell’Associazione dei paesi Bandiera Arancione, c’è anche Cerreto Sannita, come riferisce Christian De Nicola, consigliere comunale, membro del Direttivo nazionale di Bandiera Arancione e referente Regionale dell’Associazione che riunisce 247 Comuni in tutta Italia, insigniti dal Touring Club Italiano, di questo riconoscimento per le loro eccellenza storico-turistico-culturale.
Una iniziativa a sostegno dei piccoli centri ma soprattutto delle tante attività commerciali legate al turismo, prima tra tutte quelle che in questo periodo di grande difficoltà sono state costrette a restate chiuse ed a licenziare i propri dipendenti.
Da anni, oramai, si discute di misure in difesa e tutela delle piccole comunità; a tali dibattiti, però, hanno sempre fatto seguito confuse norme e irrisori finanziamenti a pioggia, estemporanei, senza una vera progettualità strategica che guardasse al futuro, per consentire e favorire lo sviluppo delle enormi potenzialità intrinseche in modo integrato e serio.
Tutti i piccoli comuni italiani hanno dato, in queste settimane, prova di essere centri di grande solidarietà, a dimostrazione di come in essi sia ancora fortemente presente la componente umana e sociale, ma senza un serio ed immediato sostegno rischiamo di perdere questo patrimonio costituito da tanti artigiani e commercianti che hanno rappresentato da sempre l’ossatura economica delle nostre comunità.
Giunti a questo punto, il rischio è che, a seguito delle difficoltà dettate dalle chiusure obbligatorie, molte attività presenti in questi borghi, legate in modo particolare al turismo, si trovino a non essere in condizione di poter riaprire.
Ciò determinerebbe, di fatto, non solo una perdita di posti di lavoro, ma soprattutto un impoverimento drammatico di servizi che porterebbero nel medio e lungo periodo al rischio di spopolamento delle aree interne. Si verrebbe a creare un meccanismo “a cascata” di depauperamento del territorio, sia in termini di cultura e tradizioni che di abbandono di
immobili, terreni e campagne, che, come tutti noi sappiamo, metterebbe a rischio idrogeologico tutto il territorio a valle e l’economia reale.
L’Italia è una nazione la cui storia è stata fatta dai piccoli comuni, non è pensabile ipotizzare un’Italia diversa, senza la presenza e la forza di queste entità, connesse da associazionismo e volontariato. Entità che, negli ultimi anni, hanno creato un percorso economicamente positivo, creando di fatto nuove economie, nuovi posti di lavoro con una crescita economica superiore a quelle delle cittadine. L’Economia di queste comunità è oggi trainata dal turismo, motore di sviluppo imprenditoriale, con una forte ricaduta occupazionale, non soltanto sul comparto strettamente inteso ma anche sull’indotto, come ad esempio quello agricolo e zootecnico.
Si chiede, pertanto, una maggiore attenzione nel sostenere queste attività importanti e necessarie a mantenere il livello occupazionale, soprattutto delle fasce giovanili che, negli anni passati, hanno dovuto abbandonare la loro terra, i loro affetti ed i loro valori”.